Vangelo di Giovanni cap20

Commento al Vangelo di Giovanni

Cap. 20

1 Il  giorno uno della settimana Maria Maddalena viene di mattino presto essendo ancora buio al sepolcro e vede la pietra tolta dal sepolcro.
2 Corre allora e viene da Simon Pietro e dall’altro discepolo che Gesù amava e dice a loro: Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto.
3 Uscì allora Pietro e l’altro discepolo e venivano al sepolcro.
4 Correvano ora i due insieme; e l’altro discepolo corse avanti più presto di Pietro e venne per primo al sepolcro,
5 ed essendosi chinato scorge giacenti le bende, tuttavia non entrò.
6 Viene allora anche Simon Pietro seguendo lui ed entrò nel sepolcro, ed osserva le bende giacenti.
7 e il sudario, che era sulla sua testa, non giacente con le bende, ma a parte avvolto in un solo luogo.
8 Allora dunque entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo nel sepolcro e vide e credette.
9 Non avevano infatti ancora capito la Scrittura, che doveva lui risuscitare dai morti.
10 Partirono allora di nuovo dai loro i discepoli.
11 Ora Maria era rimasta presso il sepolcro, fuori, piangente; mentre dunque piangeva, si chinò verso il sepolcro
12 e vede due angeli in bianche vesti sedenti, uno presso la testa ed uno presso i piedi, dove giaceva il corpo di Gesù. 13 E le dicono quelli: Donna, perché piangi? Dice a loro: Hanno preso il mio Signore, e non so dove l’hanno messo. 14 Avendo detto queste cose si voltò indietro e vede Gesù che stava lì e non sapeva che era Gesù.
15 Le dice Gesù: Donna, perché piangi? Chi cerchi? Quella ritenendo che fosse l’ortolano gli dice: Signore, se tu l’hai portato via, dimmi dove l’hai posto e io lo prenderò.
16 Le dice Gesù: Maria. Quella essendosi voltata gli dice in ebraico: Rabbonì, (che significa maestro).
17 Le dice Gesù: Non mi toccare, infatti non sono ancora salito al Padre, ma va’ dai miei fratelli e di’ a loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro.
18 Viene Maria Maddalena annunciando ai discepoli: Ho visto il Signore, e quanto aveva detto a lei.
19 Essendo dunque sera in quel giorno, il giorno primo della settimana ed essendo chiuse le porte dove erano i discepoli per paura dei Giudei, venne Gesù e stette in mezzo e dice a loro: Pace a voi.
20 E dicendo questa cosa mostrò a loro le mani ed il fianco. Si rallegrarono allora i discepoli vedendo il Signore.
21 Disse allora Gesù di nuovo: Pace a voi; come il Padre ha inviato me, anch’io mando voi.
22 E avendo detto questa cosa soffiò e dice a loro: Ricevete lo Spirito Santo.
23 Di coloro a cui abbiate rimesso i peccati sono stati  rimessi a loro, di coloro a cui li riteniate sono stati ritenuti. 24 Tommaso ora, uno dei dodici, detto Didimo, non era con loro quando venne Gesù.
25 Dicevano allora a lui gli altri discepoli: Abbiamo visto il Signore! Ma egli disse a loro: Se non vedo nelle sue mani l’impronta dei chiodi e metto il mio dito nell’impronta dei chiodi e metto la mia mano nel suo fianco, non crederò affatto.
26 E dopo otto giorni di nuovo erano dentro i suoi discepoli e Tommaso con loro. Viene Gesù, essendo le porte chiuse, e stette in mezzo e disse: Pace a voi:
27 Poi dice a Tommaso: Porta il tuo dito qui e vedi le mie mani e porta la tua mano e mettila nel mio fianco, e non essere incredulo ma credente.
28 Rispose Tommaso e gli disse: Mio Signore e mio Dio!
29 Gli dice Gesù: Perché mi hai visto hai creduto? Beati quelli che non avendo visto pure hanno creduto.
30 Molti dunque ed altri segni fece Gesù davanti ai suoi discepoli, che non sono scritti in questo libro.
31 Questi poi sono scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo il figlio di Dio e affinché credendo abbiate la vita nel suo nome.

 


1 Il  giorno uno della settimana Maria Maddalena viene di mattino presto essendo ancora buio al sepolcro e vede la pietra tolta dal sepolcro.
La speranza che non vuol morire previene la novità del giorno. Si muove al mattino presto, quando è ancora buio ed è ancora possibile ritornare all’amore di ieri… per attingere dalla certezza della morte i segni di una nuova vita. Tutto finito oramai e non soltanto in apparenza: Cristo deposto dalla croce, il sepolcro chiuso, il silenzio più completo. Eppure chi ama il Signore non si arrende all’evidenza dei fatti e va oltre le categorie della logica umana. L’amore per le creature conosce una sua rassegnazione, l’amore per il Creatore non si dà mai pace, finché non scopre la sua dimensione eterna ed il suo dimorare per sempre nell’Altro ed accanto all’Altro. Cosa spinge Maria? Il sentimento di una  femminuccia innamorata che non si rassegna alla perdita dell’amato? O il vero amore di Dio che sempre confida e spera nell’Altro, contro ogni speranza e contro ogni evidenza?
viene di mattino presto essendo ancora buio
Non ci sarà una nuova luce se non per quelli che hanno fede in essa e le vanno incontro  prima ancora che sia sorta. Chi aspetta di vedere qualcosa e di avere dei segni, dormendo sonni felici, resterà nelle tenebre della morte. Finché non si fa niente per Cristo, finché il cuore resta chiuso nelle certezze della propria ragione, senza nulla osare e senza nulla sacrificare, nessun miracolo dal cielo  sarà dato.
Tutto si può e tutto si deve perdere in questo mondo, all’infuori della fede in Cristo.
C’è la fede facile e pronta, che è risposta alla ricchezza del dono di Dio, così come si manifesta nella gioia del gruppo o nell’intimità della propria famiglia; c’è la fede che cerca al mattino presto il suo Signore, quando tutti dormono e si cammina da  soli nel buio, senza il conforto dell’uomo, per affrontare il silenzio di un Dio che è sceso nella tomba. E’ questa la fede che  resiste ed è premiata. E’ questa la fede “solitaria” che spalanca le porte della chiesa, per portare la buona novella.
Dove sono i discepoli di Cristo? Se non è a rischio l’amore che il Signore ha per essi è a rischio  la fede in questo amore. Ma come sperare ancora di fronte all’evidenza della morte? E’ anche una questione di buon senso!
Dove non arriva la fede degli apostoli, arriva la fede di una semplice donna. Per null’altro essa è ricordata, se non per il fatto che, da meretrice qual era, per prima versò ogni profumo della propria vita per diventare lei stessa profumo di Cristo; per prima pose ogni sua speranza presso il sepolcro di Gesù, per rimanere sempre accanto a Lui. Per quel che riguarda la comunità degli apostoli, prima nel peccato, prima nell’amore verso il suo Signore.
2 Corre allora e viene da Simon Pietro e dall’altro discepolo che Gesù amava e dice a loro:
Si va presso la morte del Signore al mattino presto, senza concedere sonno ai propri occhi; si ritorna alla comunità degli eletti di corsa per dare ogni annuncio di novità. Non a tutti e a chiunque si dicono le cose di Dio, ma a coloro che lo amano e sono da Lui amati. Se Pietro è figura di colui che innanzi tutti ama il Signore, Giovanni è figura di colui che innanzi tutti è dal Signore amato.
Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto.
Per chi cerca e vuole la vita vi è sempre qualche segno che tiene accesa la speranza.
La speranza in Cristo non è mai infondata: piccola o grande che sia, parte dal reale e da ciò che è concretamente vissuto e conosciuto. Ma bisogna andare avanti, per sapere e vedere come va a finire.
Si possono avere in itinere dubbi infondati e convinzioni sbagliate. Importa non arrendersi e perseverare ad oltranza, senza nulla tralasciare di ciò che ci è offerto, esplorando ogni porta aperta verso la salvezza.
Vi sono esperienze di fede piene di ambiguità e contraddizioni, non pienamente consone allo spirito delle Scritture. Di per sé non vanno ripudiate, se non quando rifiutano un confronto ed una verifica con la chiesa. Chi confessa l’ignoranza e i dubbi della propria fede, non solo non fa male alla comunità, ma è stimolo per una ricerca ed un approfondimento del mistero di Cristo risorto.
3 Uscì allora Pietro e l’altro discepolo e venivano al sepolcro.
A volte è la testimonianza degli ultimi a smuovere i primi. Pietro e Giovanni escono dalle certezze della morte e si rimettono in cammino per rivisitare in modo nuovo il sepolcro di Cristo. “Venivano” per indicare un’azione che dura nel tempo, e non “vennero” per indicare ciò che ha avuto fine nel tempo. I misteri di Cristo non vanno affrontati da sprovveduti: bisogna prima portarli nel cuore e meditarci sopra.
4 Correvano ora i due insieme; e l’altro discepolo corse avanti più presto di Pietro e venne per primo al sepolcro,
La fede in Cristo è  una corsa: si può andare da soli come la Maddalena, si può andare insieme con altri. Nella corsa solitaria il cammino procede più lento e tranquillo: c’è maggior serenità, ma minore emozione. Quando si va con altri, la corsa è fatta più viva dallo spirito di competizione e dal confronto con il fratello o con la sorella… Ed è impossibile procedere e camminare alla pari: per forza di cose c’è chi sopravanza l’altro ed arriva prima.
5 ed essendosi chinato scorge giacenti le bende, tuttavia non entrò.
Si china Giovanni di fronte al sepolcro di Cristo in segno di venerazione ed adorazione. La fede in Gesù è ora affermata in maniera diversa… a partire dalla Sua morte. E subito è dato un segno, e si accresce il deposito della fede. La Maddalena ha visto il sepolcro aperto, Giovanni vede aperte le bende che cingevano il corpo del Signore. Ce n’è abbastanza per affrontare in maniera nuova il mistero della morte di Gesù. Ancora un passo e si è già entrati in esso. Ma proprio sul più bello, Giovanni si ferma ed attende. Non si può affrontare questo grande mistero se non insieme con la chiesa ed in comunione con colui che è stato messo a capo… anche se arriva dopo.
6 Viene allora anche Simon Pietro seguendo lui
Non sempre la chiesa arriva prima col suo capo, a volte sono preziosi anche gli ultimi e quelli che sono meno considerati: hanno più zelo e corrono con più entusiasmo.
E non è detto che il capo sempre e necessariamente debba precedere: a volte si trova a seguire.
ed entrò nel sepolcro, ed osserva le bende giacenti. 7 e il sudario, che era sulla sua testa, non giacente con le bende, ma a parte avvolto in un solo luogo.
Pietro entra per primo nel mistero della morte di Cristo, non per i propri meriti e per le proprie forze, ma ancor più per l’aiuto ed il sostegno dell’intera chiesa. Colui che è stato chiamato per una conferma riguardo ai propri fratelli, nulla può confermare senza il loro aiuto ed il loro sostegno.
Nella chiesa non c’è esercizio santo dell’autorità, se non per coloro che vogliono crescere in sintonia con la fede di tutti e di ognuno.
8 Allora dunque entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo nel sepolcro
Chi è arrivato per primo entra soltanto dopo colui è stato messo come primo.
e vide e credette.
Particolare curioso: non è scritto che videro e credettero, ma che il solo Giovanni vide e credette. Mentre Pietro è fermo ad osservare le bende giacenti ed il sudario, segni evidenti di una novità, Giovanni intende oltre. L’uno sta ancora meditando, l’altro ha già compreso. L’uno è posto sulla via della novità di vita, l’altro è già entrato in essa. Pietro osserva con gli occhi della carne, Giovanni vede con gli occhi della fede.
Non ci è dato di vedere le cose di Dio se non nella misura dell’amore che ad esse portiamo. E non ci è chiesto di credere, se non in ciò che il Signore rende a noi manifesto . Nessuna fede può crescere e dare frutti buoni se non quella che è fondata sul dono di Dio e sulla manifestazione dei suoi misteri. Un cuore privo di “intuizioni” riguardo al divino è anche un cuore di fede  infondata. Non conosce il calore del Signore, non si disseta alla fonte della sua Parola, e neppure è da Essa istruito ed ammaestrato. Se è vero che non vede se non chi ha creduto, è altrettanto vero che non crede se non chi ha visto. Ma bisogna porsi ed essere trovati alla sequela di Cristo e non limitarsi ad inutili e sterili disquisizioni riguardo alla fede.
9 Non avevano infatti ancora capito la Scrittura, che doveva lui risuscitare dai morti.
Fino ad allora, ma non più da allora. Almeno per quel che riguarda Giovanni l’intelligenza della fede ha già dato il suo frutto; quello di Pietro sta ancora maturando. Giovanni non solo attende Pietro: lo lascia entrare per primo; non vuole vedere e capire se non con lui e dopo di lui. E’ così che la chiesa cresce in unità armonica: quando le sue membra nulla vogliono fare e pensare senza il loro capo. Alle autorità della chiesa è dovuto non solo il nostro rispetto e la nostra reverenza, ma anche la nostra paziente attesa e l’umile sottomissione. Chi crede che si debba parlare sempre ed ovunque e dire chiaramente come stanno le cose, è un grave danno per la comunità: c’è anche l’amore che vive nel silenzio e nel nascondimento e sa stare al proprio posto, e non interviene se non quando gli è chiesto e concesso. Nessuno presuma di se stesso per i doni che il Signore gli ha dato. Un corpo non cresce in maniera sana ed ordinata, se ogni membro non sta al proprio posto e non adempie al proprio ufficio, senza prevaricare in nulla rispetto a chi gli è preposto.
10 Partirono allora di nuovo dai loro  discepoli.
Tutti e due insieme, forse diversamente illuminati, ma guidati dall’unico amore verso il Signore e verso la comunità degli eletti.
11 Ora Maria era rimasta presso il sepolcro, fuori, piangente;
Maria non è ancora entrata nel mistero della morte e resurrezione di Gesù. Benché sia stata la prima ad avviarsi verso il sepolcro, altri l’hanno scavalcata e sopravanzata nella fede.
Si arriva al Signore in maniera diversa ed in tempi diversi. C’è chi comincia molto presto, all’aurora della propria vita, e dimostra tenacia e perseveranza, senza brusche accelerazioni, ma anche senza facili abbandoni. E sono proprio queste persone  che annunciano il Signore in maniera più forte e decisiva, portatrici di una fede matura e radicata, che non crede ai facili entusiasmi. Se il pianto è prolungato più del dovuto e del necessario, la consolazione del Signore sarà più grande e più piena. Viene il tempo opportuno anche per chi fa fatica ad abbandonare il  pianto per Gesù. Allorché il dolore è accettato e lo sguardo è chinato per vedere il proprio amore crocifisso, allora si compie il miracolo della fede.
mentre dunque piangeva, si chinò verso il sepolcro 12 e vede due angeli in bianche vesti sedenti, uno presso la testa ed uno presso i piedi, dove giaceva il corpo di Gesù.
Se il nostro Signore è Dio di ogni consolazione, questa consolazione può arrivarci in maniera diversa. Non sempre direttamente da Lui. Prima di Cristo può parlarci qualche “angelo” suo. C’è anche chi ridicolizza o minimizza l’importanza degli angeli nell’economia della salvezza. Eppure il Signore li ha posti al nostro servizio. Voglia il cielo che nei momenti più difficili ci sia un angelo ad illuminarci e a consolarci. Se ti spaventa il pensiero della morte, ti rallegri la consapevolezza che non necessariamente sarai solo nell’ora estrema. Qualche angelo mandato dal cielo ti consolerà e ti accompagnerà nel momento del trapasso… tanto più se sei l’ultimo degli uomini, senza famiglia e senza amici e ti senti fragile e facile al crollo.
Maria Maddalena non vede dunque innanzitutto Gesù, ma due angeli al posto del corpo suo: “uno presso la testa ed uno presso i piedi”. L’inizio e la conclusione di una storia d’amore è illuminata da una luce e da una presenza nuova. Ce n’è abbastanza perché il dialogo con Gesù e riguardo a Gesù continui. Quando cala il nostro silenzio di fronte alla morte, una parola nuova, mandata dal cielo, parla al  cuore.
13 E le dicono quelli: Donna, perché piangi? Dice a loro: Hanno preso il mio Signore, e non so dove l’hanno messo.
La fede di Maria non si dimostra pronta… ma soltanto perché vuol essere vera e pienamente fondata e confermata. C’è il pianto disperato di chi vede venir meno le gioie di questa vita e c’è il pianto ostinato di chi non sa vivere lontano dalla presenza del Signore. E’ questo il pianto che trova il proprio premio e la propria consolazione… quando non si accetta di perdere il Cristo, ma si è sempre pronti a ricercare l’amato del proprio cuore, anche se gli uomini fanno di tutto per portartelo via e per scoraggiare la tua fede. Sono calate le tenebre della morte, ma non è venuto meno l’amore per Gesù. Se non si fa vedere, se non è più dato toccarlo e parlare con Lui, è soltanto per un malvagio disegno da altri macchinato. Chi crede nell’amore di Cristo, crede anche nel suo valore e nella sua portata eterna, anche se non sa…
14 Avendo detto queste cose si voltò indietro e vede Gesù che stava lì e non sapeva che era Gesù.
Se ben guardi alle cose passate e non vuoi dimenticare, allora vedrai che il Signore è ancora presso di te. In maniera diversa e forse con un volto nuovo, ma sempre accanto al tuo cuore, per vigilare su di esso.
15 Le dice Gesù: Donna, perché piangi? Chi cerchi?
Quando non siamo più in grado di riconoscere Gesù, ed il nostro pianto e la nostra ostinazione  sembrano approdare a nulla, allora è Gesù stesso che si dà a riconoscere, con infinita pazienza e con immensa tenerezza… come un padre fa col piccolo suo, allorché si è smarrito e piange e cerca l’abbraccio che tanto lo rallegra.
Quella ritenendo che fosse l’ortolano gli dice: Signore, se tu l’hai portato via, dimmi dove l’hai posto e io lo prenderò.
Maria, se pur vede con gli occhi della carne, ancora non vede con gli occhi dello Spirito.
Non sempre si riconosce subito la presenza del Signore risorto, ma sempre è premiata la fede tenace ed ostinata che mai si arrende, neppure di fronte all’evidenza e cerca ovunque il proprio Signore, per tenerlo con sé, anche se è morto agli occhi della carne.
16 Le dice Gesù: Maria.
Non si arriva al felice epilogo di una storia, se non quando Gesù risorto ci chiama per nome e rivolge a noi la sua voce, non semplicemente la parola che è per tutti, ma quella parola che è solo per noi.
Quella essendosi voltata gli dice in ebraico: Rabbonì, (che significa maestro).
Per la seconda volta Maria si volta indietro verso il Signore:  prima  per cercare Gesù, ora  perché cercata da Gesù.
17 Le dice Gesù: Non mi toccare, infatti non sono ancora salito al Padre, ma va’ dai miei fratelli e di’ a loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro.
L’amore verso Gesù chiede la propria pienezza e concretezza… Ma prima c’è il tempo dell’attesa e l’adempimento di ogni obbligo verso la comunità degli eletti. Gesù  vuole essere felice con noi,  ma solo nell’assemblea dei santi, dei fratelli ritrovati, nella casa del Padre suo e Padre nostro. C’è un’opera da compiere e da portare al termine… non solo da parte di Cristo.
18 Viene Maria Maddalena annunciando ai discepoli: Ho visto il Signore, e quanto aveva detto a lei.
Si va alla morte di Gesù nel pianto, si ritorna nella gioia per annunciare la novità della vita. Le tenebre sono dissipate, gli occhi vedono il Signore, la bocca si apre per annunciare le meraviglie della Parola di Dio. Particolare che fa riflettere: coloro che sono chiamati a dare l’annuncio sono essi stessi oggetto d’annuncio. Non sembra però che sia stato dato molto peso alle parole di Maria Maddalena. I primi nella chiesa sono sempre restii ad accogliere dagli ultimi un annuncio di verità che si proponga come fondato.

 

 

 

19 Essendo dunque sera in quel giorno, il giorno primo della settimana ed essendo chiuse le porte dove erano i discepoli per paura dei Giudei,
E’ già stata data la buona notizia, ma per gli apostoli il primo giorno è passato invano.
Invece di camminare nella luce incontro alla loro Luce, sono rimasti inerti nella chiesa, e già si preannunciano nella sera le tenebre della notte. Chi ha paura di giorno, quanto più di notte! Gli esordi della chiesa non sono dei più esaltanti, se non fosse per la fede di chi è piccolo. Il timore per il male che può venire dall’uomo, ha preso il sopravvento sulla fede nel bene che può venire da Dio.
Le porte della chiesa sono chiuse, non solo per i nemici, ma anche per chi è amico.
venne Gesù e stette in mezzo e dice a loro: Pace a voi.
Anche se la chiesa è sopraffatta dal Maligno e chiude le proprie porte a Cristo, il Signore trova modo di entrare in essa, per offrire la propria vita e portare la pace che viene dal cielo. E non sembra proprio che Gesù abbia fretta o volontà alcuna di andarsene. “Stette in mezzo” , perché tutti lo vedessero e tutti lo conoscessero.
20 E dicendo questa cosa mostrò a loro le mani ed il fianco.
Non solo Gesù si fa sentire con la sua parola, ma si fa anche vedere “ da vicino” mostrando le mani ed il fianco.
Non c’è più possibilità di una conoscenza “da lontano”, ora che Cristo è risorto dai morti e si è fermato in mezzo a noi.
Si rallegrarono allora i discepoli vedendo il Signore.
La paura cede il posto ad una gioia nuova: la presenza reale, visibile e palpabile di Gesù nella comunità degli eletti alimenta la speranza e la fede.
21 Disse allora Gesù di nuovo: Pace a voi; come il Padre ha inviato me, anch’io mando voi.
E tutto questo  nella chiesa e per la chiesa.
Nella chiesa troverai non solo Cristo risorto, ma anche la pace che è da Lui portata e riportata. Perché noi tutti diventiamo araldi di Dio, sulle orme tracciate dal Figlio suo.
 22 E avendo detto questa cosa soffiò e dice a loro: Ricevete lo Spirito Santo.
E’ il suggello della vita nuova: non più semplicemente un alito di Spirito Santo, come in Eden, ma un soffio pieno che investe in modo totale.
23 Di coloro a cui abbiate rimesso i peccati sono stati  rimessi a loro, di coloro a cui li riteniate sono stati ritenuti.
La chiesa cattolica ha fondato su questi passi il sacramento della penitenza: confessione dei peccati da parte di ognuno e remissione di essi ad opera dei soli ministri della chiesa, in nome di Gesù.
La possibilità di rimettere o di ritenere i peccati giustifica di per sé un potere di  giudizio sul singolo, conferito al presbitero, che può dare o non dare l’assoluzione. La chiesa inoltre rimette o ritiene non semplicemente i peccati di questo o quell’uomo, ma questo o quel peccato dello stesso uomo. I peccati debbono essere esplicitati uno ad uno,  non a tutti i ministri ( vi è una impossibilità pratica ), ma ad uno solo prete, il quale dà o nega l’assoluzione.
La responsabilità del tutto ( la totalità dei ministri) è delegata alla responsabilità dell’uno ( il singolo confessore).
Di coloro a cui abbiate rimesso i peccati sono stati  rimessi a loro, di coloro a cui li riteniate sono stati ritenuti.
Come a dire: nel momento in cui annunciate la remissione dei peccati, sappiate che questa è già un dato di fatto presso il Padre.
Non l’uomo deve confermare l’opera di Dio, mettendosi al Suo posto, ma è Dio che vuol confermare l’opera dell’uomo, allorché lo mette al proprio posto. Nessun peccato gli apostoli potrebbero rimettere o ritenere se non fosse stato prima rimesso o ritenuto da Cristo.
Nessun nuovo potere viene dunque conferito alla chiesa se non quello di confermare ciò che è esclusivamente potere di Dio. La novità non riguarda tanto il potere, quanto il dovere.
La chiesa deve sancire visibilmente sulla terra ciò che Dio ha già sancito in cielo: che non c’è remissione dei peccati se non in Cristo Gesù.
Quanto poi alla forma ed al modo, i cristiani molto hanno discusso e molto discuteranno. Quel che è certo è che non c’è giustificazione o assoluzione se non in Cristo Gesù. E’ lui il garante della nostra liberazione del peccato e non certo questo o quel prete, per questa o quella forma di confessione.
Il confessore scioglie dai peccati, ma soltanto in nome di Dio, non per un potere proprio, ma per un potere conferitogli dal Cristo stesso, in quanto ministro della sua chiesa.
24 Tommaso ora, uno dei dodici, detto Didimo, non era con loro quando venne Gesù.
Non ci è detto perché Tommaso non si trovasse con gli apostoli in un frangente così  drammatico per la comunità. Nei momenti più importanti c’è sempre qualcuno che manca all’appello e deve essere rincorso dalla sollecitudine dei fratelli: Questa volta per fortuna per avere una buona notizia.
25 Dicevano allora a lui gli altri discepoli: Abbiamo visto il Signore! Ma egli disse a loro: Se non vedo nelle sue mani l’impronta dei chiodi e metto il mio dito nell’impronta dei chiodi e metto la mia mano nel suo fianco, non crederò affatto.
L’incredulità di Tommaso è diventata proverbiale.
E’ figura di una fede che non si accontenta della testimonianza degli altri, seppure corale, ma vuole vedere con i propri occhi e capire con la propria testa.
Tommaso è uno che nella comunità va avanti  da solo e non si fida del giudizio altrui .
A torto è additato come modello di non fede: più propriamente è portatore di una fede che cerca una propria autonomia rispetto  a quella della comunità, e per questo ha bisogno di essere rincorso e sollecitato dai fratelli.
Non è presente quando Gesù appare ai discepoli: si è tentati di pensare che abbia perso interesse per il Signore.
Il seguito dimostra che porta ancora Cristo nel proprio cuore. Messo da parte o allentato il rapporto con la comunità, cerca di vedersela da solo con Dio.
Alla fine è costretto a recuperare l’importanza della chiesa e riconoscere in essa il luogo privilegiato dal Signore per la Sua manifestazione.
Indubbiamente Tommaso ha la testa dura. L’annuncio dei fratelli dà fuoco al suo ardore per Cristo, ma una notizia così grande e tanto bella non può essere presa per vera se non si dimostra  fondata, non per testimonianza altrui, ma per esperienza personale. Tommaso non solo non si fida di quello che vedono gli altri, ma neppure di ciò che possono vedere i propri occhi.
“ Se non vedo nelle sue mani l’impronta dei chiodi e metto il mio dito nell’impronta dei chiodi e metto la mia mano nel suo fianco, non crederò affatto.”
Non gli basta vedere nelle mani l’impronta dei chiodi, vuole anche mettervi dentro il proprio dito… E quando potrebbe essere già persuaso vuole ancora mettere la sua mano nel fianco di Gesù.
Il mondo è pieno di visionari: non si deve essere dei creduloni e peggio ancora nel novero di coloro che hanno apparizioni facili ed esaltanti.
Tommaso non è indifferente all’amore del Signore: più semplicemente è portatore di una fede diversa, che non si abbandona alle facili suggestioni, ma vuole piena conferma dal cielo.
C’è una credulità che allontana Gesù e c’è un’incredulità più apparente che reale la quale sollecita e richiama un intervento di Dio per il singolo.
Non nuoce e non fa male alla comunità: alla fine la chiesa tutta ne esce rafforzata confermata, in quanto rivisitata dal Cristo.
26 E dopo otto giorni di nuovo erano dentro i suoi discepoli e Tommaso con loro.
Benché Tommaso non si fidi della testimonianza della chiesa, non è così stupido da non comprendere la sua importanza come luogo d’incontro con il Signore.
Questa volta fa di tutto per trovarsi ed essere trovato insieme con  gli altri. Se non ha fiducia nell’uomo, ha però fiducia in Dio ed aspetta che il Signore si manifesti anche per chi è portatore di una diversità, beninteso non quella esaltante, ma quella che fa soffrire e spinge all’autoemarginazione.
Nella chiesa non tutti riescono ad unirsi all’entusiasmo delle masse, sia esso fondato ed infondato: c’è anche chi si trova ripiegato sui propri dubbi e sulle proprie incertezze e fa la vita del solitario, disertando  assemblee, riunioni, congressi.
Alla fine si scopre che il Signore c’è anche per lui.
Viene Gesù, essendo le porte chiuse, e stette in mezzo e disse: Pace a voi:
Nonostante Gesù sia già apparso una prima volta ed abbia annunciato la pace che viene dal cielo, gli apostoli hanno ancora paura e se ne stanno di nuovo barricati in casa. Non basta un semplice segno di bonaccia dal cielo per fugare il timore che incute la  burrasca che viene dal mondo.
La pace del Signore ci viene da Lui portata e riportata, per la durezza del nostro cuore: il Satana non molla facilmente la presa.
27 Poi dice a Tommaso: Porta il tuo dito qui e vedi le mie mani e porta la tua mano e mettila nel mio fianco, e non essere incredulo ma credente.
Pace a tutti dunque, ma un’attenzione particolare a Tommaso, quasi a fargli credere che è venuto apposta solo per lui.
“Volevi dei segni dal cielo, forti ed inconfondibili, oltre e di più rispetto a ciò che è stato dato agli altri?
Eccoti accontentato, Tommaso. Non ti serbo rancore per la tua incredulità; al contrario voglio fare di tutto perché la tua fede sia piena e gioiosa”.
28 Rispose Tommaso e gli disse: Mio Signore e mio Dio!
Tommaso ha colto il segno di un amore che vuole  essere per lui e solo per lui. “Mio Signore e mio Dio”.
Non semplicemente della chiesa tutta, ma, quel che più importa, innanzitutto “mio”.
29 Gli dice Gesù: Perché mi hai visto hai creduto? Beati quelli che non avendo visto pure hanno creduto.
Richiamo pieno di dolcezza e tenerezza. “ C’era proprio bisogno di arrivare a tanto? Perché vuoi complicare le cose, quando si può avere una fede più semplice e decisa?”.
Beati quelli che non avendo visto pure hanno creduto.
“Felice l’uomo che crede nel Signore senza indugio, e non si perde in infinite ricerche ed indagini e non pretende chissà quali segni e prodigi dal cielo. Per lui tutto sarà più semplice”.
E’ la conclusione di un discorso e la fine del vangelo di Giovanni… nell’esaltazione di coloro che credono al Signore senza tanti “perché e per come”.
Non l’apologia di una fede superficiale e credulona, e alla fine infondata… ma l’affermazione di una risposta pronta ed immediata al Signore, che scavalca e mette da parte le complicazioni della ragione umana, per mettere subito a dimora il proprio cuore in Cristo e per Cristo.
Che tu creda a ragione o senza ragione, nulla cambia. La fede avrà il suo frutto e la sua ricompensa per Gesù ed in Gesù.
Il vangelo si può accogliere in maniera diversa: con la ragione del semplice, che non ha pretese riguardo al capire, con quella del dotto e dell’erudito, che tutto vuol indagare e confrontare, con quella del logico, che innanzitutto cerca la razionalità del dire e dell’operare.
Arriveremo alla stessa meta, se pur con fatica diversa.
 Il Padre donerà la conoscenza del Figlio suo a coloro che lo cercano e lo amano con tutto il loro cuore, con tutta la loro mente e con tutte le loro forze… Una totalità del dono diversa per ogni uomo, ma parimenti appagata e riempita dall’unico Cristo Gesù, fratello nostro e Dio nostro.
30 Molti dunque ed altri segni fece Gesù davanti ai suoi discepoli, che non sono scritti in questo libro. 31 Questi poi sono scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo il figlio di Dio e affinché credendo abbiate la vita nel suo nome.
Non c’è bisogno di saperne di più riguardo a quello che Gesù ha fatto o ha detto. Ce n’è abbastanza per avere una fede fondata e giustificata che porta alla vita eterna.
Riposi dunque il nostro cuore nella fede in Cristo Gesù, ruminando ogni giorno la sua Parola, così come ci è stata data, senza nulla aggiungere e senza nulla togliere.

 


 

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