In te Domine speravi

In te Domine speravi
Salmo 30
Gerolamo Savonarola ( adattamento da testo in volgare di Cristoforo )
La tristezza m’ha posto l’assedio; con grande e forte esercito mi ha circondato; essa ha occupato il mio cuore; con strepito ed armi, di giorno e di notte, non cessa di combattere contro di me. I miei amici sono nel suo accampamento e mi sono diventati nemici. Tutte le cose che io vedo, tutte le cose che io odo, mi mettono davanti gli stendardi della tristezza. La memoria degli amici mi rattrista; il ricordo dei miei figliuoli mi affligge; il pensiero del monastero e della cella mi tormenta; la riflessione sui mie studi mi dà dolore ; la consapevolezza dei miei peccati mi opprime; e come a quelli che hanno la febbre tutte le cose dolci sembrano amare, così a me tutte le cose si risolvono in dolore e tristezza. Certo, grande peso è sul cuore questa tristezza. Essa è un veleno d’aspide, una perniciosa peste:mormora contro Dio, non smette di bestemmiare, rafforza la disperazione. Io, uomo infelice, che farò? Chi sarà quello che mi libererà dalle sue mani sacrileghe? Se tutte le cose che io vedo e odo, seguono le sue insegne e fortemente combattono contro di me, chi sarà il mio protettore? Chi mi aiuterà, dove andrò? In che modo fuggirò?
So io quello che farò. Io mi convertirò alle cose invisibili e le porrò contro le visibili. E chi sarà capitano e guida di un esercito tanto eccelso e così terribile? Sarà la speranza che fa parte delle cose invisibili. La speranza, dico, sarà contro la tristezza e la vincerà. Chi è quello che possa stare contro la speranza? Ascolta quel che dice il Profeta: “Tu sei, Signore, la mia speranza; tu hai posto il tuo rifugio in alto”. Chi sarà contro a Dio? Chi potrà superare il suo rifugio che è in alto? Chiamerò dunque lei e certo essa verrà, né mi confonderà. Ecco, essa è già venuta; mi ha portato allegrezza, mi ha insegnato a combattere e mi ha detto: Chiama e non smettere-; e io le dissi: _ Chi chiamerò?- Essa mi disse : _ Di’ con piena fiducia con tutto il tuo cuore: In te, Domine, speravi; non confudar in aeternum, in iustitia tua libera me-. O mirabile potenza della speranza, la presenza della quale la tristezza non ha potuto sopportare! Già è venuta la consolazione! Gridi ora e faccia rumore la tristezza col suo esercito; tutto il mondo mi venga addosso; si alzino su i nemici; niente temo, quotiamo in te, Domine, speravi, perché, Signore, io ho sperato in te, perché tu sei la mia speranza, perché tu hai posto altissimo il tuo rifugio. Io sono già entrato in quello; la speranza mi ha introdotto in esso; io non vi entrai per mia presunzione; lei mi scagionerà dalla colpa dinanzi a te. Ecco, la speranza mi disse: “O uomo, il rifugio di Dio è altissimo! Apri i tuoi occhi e rifletti: solo Dio è; solo lui è il pelago infinito della sostanza; tutte le cose sono come se non fossero, perché tutte procedono da lui, e se lui non le sostenesse, tornerebbero nel nulla, perché di nulla sono fatte. Considera la potenza di colui che nel principio creò il cielo e la terra. Ora non opera lui in tutte le cose? Chi può, oltretutto, muovere la mano senza di lui? Chi può pensare alcuna cosa da sé solo? Considera la sua sapienza, lui governa tutte le cose in tranquillità, lui vede tutte le cose, ai suoi occhi tutte le cose sono nude e aperte. Questi è quello che sa e può liberarti, lui solo ti può consolare, lui solo salvare. Non voler confidare nei figli degli uomini, nei quali non c’è salvezza. Il cuore degli uomini è nella sua mano  e dove lui vorrà, lo volgerà. Questi è quello che può e sa aiutarti. Ma forse potresti avere dubbi sulla sua volontà? Ora pensa alla sua bontà. Considera il suo amore. Ora non è egli amatore degli uomini, lui che per gli uomini si fece uomo e per i peccatori un crocifisso? Questo è veramente il padre tuo che ti ha creato, che ti ha riscattato, che ti ha sempre fatto il bene. Potrà il padre abbandonare il figlio suo? Gettati in lui e ti accoglierà e salverà… Ascoltando, dunque, io le parole della speranza, che è venuta a liberarmi dalle mani della tristezza, io ho sperato in te, Signore, desiderando innanzi tutto di essere libero dai peccati e di giungere per la misericordia e grazia tua alle cose eterne che non si vedono. Questo è il mio primo desiderio, perché i miei peccati sono la mia più grande tribolazione dalla quale viene ogni altra tribolazione. Togli via da me, Signore, i miei peccati, e resto libero da ogni altra tribolazione, perché la tribolazione e l’angustia procedono dalla fonte del cuore, perché ogni tristezza viene dall’amore. Se io amo il figlio e lui muore, io ne son afflitto, perché ho perduto quello che amavo; ma se io non amo il servo e lui muore, io non me ne rattristo, perché ho perduto quello che non amavo. Se tu rimuovi da me, Signore, i miei peccati per la tua grazia, che altro resta se non che io ti ami con tutto il cuore, e che io disprezzi tutte le cose temporali come vane?... Dagli uomini sono in questo tempo confuso e prevalgono contro di me quando mi perseguitano; ma questo ancora è permesso da te, perché io non sia confuso in eterno. Se, dunque, dinanzi a te mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, io sopporto volentieri le confusioni di questo tempo, per non essere confuso in eterno. Il spererò nel Signore così come la speranza mi insegna a sperare, e sarò presto libero da ogni tribolazione. E per quali meriti sarò io libero? Non per i miei, Signore; sed in iustitia tua libera me, ma liberami nella tua giustizia: nella tua giustizia dico e non nella mia, perché io cerco misericordia, non metto davanti la mia giustizia. Ma se, per la tua grazia, tu mi farai giusto, io avrò la tua giustizia, perché la grazia tua in noi è la giustizia tua… la tristezza è tornata: ci è venuta con grande… Essa è armata da ogni parte con spade e lance. Ci viene addosso con grande impeto. Già ha circondato la nostra città. Il rumore dei suoi cavalieri mi ha sbigottito. Lei, stando di fuori, impone silenzio e da lontano parlò così. “Oh, ecco quello che  ha sperato nel Signore; che ha detto: io non sarò confuso in eterno, quello che ha seguito la speranza consolatrice! E, accorgendosi lei che a queste parole io mi vergognavo, avvicinandosi disse: “Dove sono le promesse della tua speranza? dov’ è la consolazione? Dov’è la liberazione? Cosa ti hanno giovato le lacrime? Cosa ti hanno portato dal cielo le tue preghiere? Tu hai chiamato e nessuno ti ha risposto. Tu hai pianto, e chi si è mosso a misericordia sopra di te? Tu hai invocato il tuo Dio, e lui ha taciuto. Tu hai pregato e supplicato, e lui non ti ha detto una parola, né si è curato di ascoltarti. Tu hai implorato tutti i santi, e nessuno di loro ti ha guardato. Ecco quello che ti hanno portato le parole della speranza? Tu ti sei affaticato e nelle tue mani niente ti sei trovato. Credi tu che Dio si prenda cura di queste cose infime? Lui va a spasso intorno ai cardini del cielo e non tiene in considerazione le nostre cose. Lei diceva, bestemmiando queste cose, e raccapricciandomi io alle sue parole, avvicinandosi, mi parlò nell’orecchio e disse:  “Credi tu che siano vere le cose che predica la fede? Vuoi tu vedere che sono invenzioni e finzioni di uomini? Conoscilo da questo che, se Dio si fosse fatto uomo e per gli uomini si fosse fatto crocifiggere, non potrebbe  avere tanta pietà da non consolare un uomo afflitto da grandissimo dolore e a lui supplicante e piangente. Se, come si dice, la bontà infinita lo fece discendere dal cielo per andare sulla croce, per quale ragione ora non discenderebbe lui agli uomini miseri per consolarli? Questo certamente è più facile che soccorrere con la medesima pietà. Per quale ragione gli angeli e i beati, se sono così pietosi,  non vengono a consolarti? Quanti uomini credi che, se potessero, verrebbero a te, e con parole ed azioni, per quanto fosse loro concesso, ti rallegrerebbero? Quanti ancora sarebbero quelli che ti libererebbero da ogni angustia? Perché questo non fanno i beati, che si crede siano molto migliori degli uomini? Credi a me: tutte le cose si reggono a caso, e non sono altre cose se non quelle che si vedono con gli occhi. Il nostro spirito si ridurrà a fumo. Chi è quello che sia mai ritornato dopo la morte dall’inferno a dirci alcune cose di quelle che si dicono avvenire alle anime dopo la morte? Sono tutte favole di donnicciole. Alzati su, dunque e ricorri agli aiuti degli uomini, perché libero da codesta prigione tu viva in tale modo che tu non ti affatichi sempre invano, ingannato da questa tua speranza”. Dette queste parole, si udì nel suo campo tanto rumore e tanto strepito d’armi e suono di trombe che appena potevo per la paura stare ritto, e, se non mi avesse dato aiuto la mia amata speranza, la tristezza mi avrebbe portato legato con catene al suo paese.
Venne, dunque la speranza abbagliante di un divino splendore e, sorridendo, disse: “O soldato di Cristo, che cuore è il tuo? Che animo è il tuo in questa guerra?”. La qual cosa io udendo improvvisamente arrossii, e lei mi disse: “Non volere temere: il male non ti prenderà. Tu non perirai: ecco io sono con te per liberarti. Ora non sai tu che è scritto: Dixit insipiens in corde suo: non est Deus, disse l’insensato nel suo cuore: Dio non c’è? Questa tristezza ha parlato come una donna pazza. Ora si potrà essere persuasi che Dio non c’è, o che Dio non abbia provvidenza di tutte le cose? Ora potrai dubitare della fede tu , che con tante argomentazioni e ragioni l’hai rafforzata? Io mi meraviglio che tu sia così caduto per le sue parole. Dimmi ti prego, hai tu cominciato a dubitare nel tuo cuore della fede? Vive il Signore e vive l’anima tua”. O madre mia dolcissima, io non ho sentito in me un minimo stimolo d’infedeltà, perché, per la grazia di Cristo, io non credo essere meno vere le cose delle fede di quelle che io vedo con gli occhi del corpo; ma la tristezza mi opprimeva in modo che io  ero portato alla disperazione più che alla mancanza di fede”. O figlio, sappi che questo è un grande dono di Dio, perché il dono della fede è da Dio, non per le opere, cosicchè nessuno si glori. Sta’ su, dunque, e non volere temere; ma piuttosto conosci per questo che Dio non ti ha abbandonato,  se questi non esaudisce presto, non è da disperarsi. Se egli indugia, aspettalo pure, perché Egli verrà a noi e non tarderà. Il contadino che lavora, pazientemente aspetta il frutto nel suo tempo. La natura non all’improvviso introduce la forma quando essa genera qualche cosa, ma prima prepara la materia e a poco a poco la dispone fino a renderla idonea e pronta a riceverla. Sappi nondimeno che il Signore esaudisce sempre quelli che pietosamente e umilmente lo pregano, né mai si partono da lui vuoti. Io non mi sforzerò di provarti questo con delle ragioni, avendolo provato in te medesimo. Dimmi chi alzò il tuo cuore a Dio dalla terra? Chi ti spinse a pregare? Chi ti ha dato il dolore per i peccati e le lacrime? Chi ti ha dato speranza? Chi ti ha lasciato allegro durante e dopo la preghiera? Chi ti ha confermato ogni giorno nel tuo santo proposito? Non è stato Dio, il quale opera tutto in tutte le cose? Se, dunque, lui continuamente ti dona questi beni, perché dice colei che è la peggiore di tutte le donne : dove sono le tue preghiere? Dove sono le lacrime? E le altre simili parole di bestemmia? Ora non sai tu che la Gerusalemme celeste è divisa da questa terrena?  Ora non sai tu che non è conveniente né necessario né ancora utile che Dio o gli angeli o i suoi santi discendano visibilmente agli uomini e parlino con loro familiarmente? Certo non è conveniente rispetto alla distanza dei meriti, perché quale rapporto c’è tra la luce e le tenebre? E perciò non stanno bene insieme i pellegrini  e i beati del cielo: città diverse hanno cittadini diversi. Nondimeno ad alcuni fatti santi per eccellenza , essendo già vicini alla patria, è concesso vedere gli angeli e parlare con loro, ma un privilegio speciale non spetta a tutti. Non è neppure necessario, perché nonostante i beati invisibilmente ci governino, illuminino e consolino, non c’è bisogno di apparizioni visibili, benché il Signore sia tanto buono che non tralascia le apparizioni divine quando c’è bisogno.  Pertanto, cos’è quello che lui abbia potuto fare per la nostra salvezza e non l’abbia fatto? Neppure è utile , perché la troppa familiarità partorisce disprezzo… ti basti, dunque, la invisibile visita , perché il Signore sa quello di cui hai bisogno. Ora non t’ha egli consolato? Io so quello che tu hai sentito nel tuo cuore. Sta’ su dunque, e torna alla preghiera. Chiama, domanda, cerca, picchia, persevera, perché se non ti darà a ragione dell’amicizia, nondimeno per importunità ti darà tutte le cose che ti sono necessarie”. Consolato da queste parole mi levai su e gettatomi davanti al Signore, continuai la mia preghiera dicendo: “ inclina ad me aurem tuam; accelera ut eruas me.
Signore Dio mio, io torno a te. La speranza m’ha mandato: io non vengo per mia presunzione. La bontà tua m’invita: la misericordia tua mi attira. O quanta degnazione! Io mi rallegro certo, né mi resta altra consolazione. Felice è certamente questa necessità che mi costringe a venire a Dio, la quale mi sforza a parlare con Lui, che mi sospinge a pregare… Strappami, Signore, dalla mano del Maligno; liberami dal legame del peccato; tirami fuori dal laccio della morte; portami fuori dal profondo dell’inferno; salvami dall’oppressione e dalla dura schiavitù della tristezza, perché l’anima mia si rialzi su e si rallegri in te e ti benedica tutti i giorni della sua vita. Oh, misero me! Ecco di nuovo la tristezza rafforzata. La bandiera della Giustizia le va innanzi. Un esercito innumerevole la segue. Ciascuno ha la lancia in mano. Io vedo dappertutto i vasi della morte. Guai a me, perché io perisco” Essa mi chiama con terribile voce e dice: “ o misero, questa tua speranza ti inganna. Ecco che tu ti sei affaticato invano. Tu hai detto al Signore; piega a me il tuo orecchio, affrettati a liberarmi. Ha Egli inclinato il suo orecchio a te? La tua preghiera è stata esaudita? Dov’è la tua liberazione? È Lui venuto presto a liberarti? Tu sei ancora legato. Niente di nuovo per te. Se tu credi essere vera la fede, perché consideri solamente la speranza? non sai tu che Dio è giusto? Hai tu dimenticato le sue giustizie? Lui non perdonò ai suoi angeli; non ebbe di loro misericordia e non ne avrà; per un solo peccato furono dannati in perpetuo. Adamo peccò e la giustizia di Dio ha punito per esso con la morte tutta l’umana generazione… Credi tu che la misericordia di Dio sia più grande della sua giustizia? Certo in Dio non è maggiore né minore l’una o l’altra, perché ciò che è in Dio è la sua sostanza. Ma consideriamo le opere della giustizia e della misericordia. Certo le opere della giustizia eccedono le opere della misericordia. Ne è testimone Il Signore che disse: “Molti sono i chiamati, ma pochi sono gli eletti”. Pensa, ti prego, quanti infedeli sono dannati, quanti cattivi cristiani, e quanti pochi vivano bene, e facilmente intenderai essere molti di più i vasi della giustizia che della misericordia, perché gli eletti sono i vasi della misericordia e i reprobi i vasi della giustizia. Non ti dia speranza Maria Maddalena, non il ladrone, non Pietro, non Paolo, perché Maria Maddalena fu una sola, uno il ladrone, uno Pietro, uno Paolo. Pensi tu di dover essere annoverato tra questi pochi? Tu che hai commesso tanti e così gravi peccati;  che sei stato scandalo della Chiesa, che hai offeso il cielo e la terra? Ecco il tuo occhio ha pianto; il tuo cuore ha chiesto misericordia, e non hai ancora ottenuto misericordia. Tante preghiere di quelli che ti amavano non sono state esaudite. E perché questo? Certo perché tu sei computato tra i vasi di giustizia. Quella tua speranza t’ha fatto affaticare invano. Segui il mio consiglio. Il cielo ti rifiuta; la terra non ti riceve. Chi potrebbe sopportare così grande confusione? È meglio per te morire che vivere. Scegli la morte, la quale, se nessuno ti dà, dattela con le tue mani. Lei mi metteva innanzi queste cose con grande importunità, e tutto il suo esercito con grandi voci raddoppiava dicendo: “ La morte è il solo tuo rifugio!”. Udendo queste parole,mi sbigottii e subito caddi bocconi urlando e dicendo: “Signore aiutami. Non mi abbandonare, Signore! Speranza mia, vieni! Vieni, speranza mia!”. Ed ecco subito la speranza discese dal cielo con splendore e mi toccò il fianco e mi alzò su e mi fece stare sui miei piedi, e disse: “ fino a quando sarai tu fanciullo? Quanto tempo dovrai tu stare per imparare a combattere? Tu sei stato tante volte nella battaglia e sei entrato nel mezzo dell’ombra della morte e non hai ancora imparato a combattere. Non volerti, non volerti turbare per la grande giustizia di Dio. Fatti forza, pusillanime! Temino coloro che non si convertono al Signore, coloro che vanno nelle loro vie, che seguono le vanità, che non conoscono la via della pace. Abbino paura gli empi, che peccano e dicono: che cosa ho io fatto? I quali non si convertono col cuore,i quali sono chiamati e rifiutano di venire… certo, questi tali punisce la giustizia di Dio; questi tali uomini appartengono a quella giustizia; ma i peccatori i quali tornati in sé, si alzano su e ricorrono al padre delle misericordie dicendo: “ Padre, io ho peccato contro il cielo e innanzi a te, ma sii propizio a me peccatore”, questi confidino nel Signore, perché colui che li ha attirati certo li accoglierà e li giustificherà. Questa empia tristezza ci metta davanti, se può farlo, qualche peccatore, grande quanto può, il quale si sia convertito al Signore e non sia stato da lui accolto e giustificato… Figlio mio non voler disprezzare la disciplina del Signore e non ti affannare quando sei da lui rimproverato, perché Dio castiga colui che egli ama e flagella ciascun figlio suo che lui accoglie. . persevera, dunque, in questa disciplina. Iddio si offre a te, come ci si offre a un figlio. E benché pochi siano gli eletti in confronto dei reprobi, nondimeno innumerevoli sono quelli che si salvano. E non è solamente una Maria Maddalena, un ladrone, un Pietro, un Paolo, anzi innumerevoli hanno seguito le loro orme facendo penitenza, e sono stati accolti dal Signore e adornati di molti e grandi doni della grazia… non voler turbarti per la moltitudine e la gravità dei peccati. Non ti è già venuta incontro la misericordia? Non t’ha essa baciato? Ecco che tu sei caduto e non ti sei fatto male e rotto. Perché? Ora non sei tu un vaso fragile, il quale cadendo, è di necessità che si rompa se  qualcuno non pone già sotto la sua mano? Perché dunque cadendo, non ti sei rotto? Chi ha messo sotto la sua mano? Chi, dico, se non il Signore? Questo è un grande segno della tua elezione… Umiliati ormai sotto la potente mano di Dio e per l’avvenire sii più cauto. La pazienza ti è di necessità. Prega, senza interruzione, e Dio ti esaudirà quando sarà il tempo. Sta’ su dunque, e scaccia da te ogni tristezza. Abbraccia i piedi del Signore e lui ti benedirà e salverà. Dette queste cose , lei fu rapita in cielo, lasciandomi tutto confortato e mirabilmente consolato. Alla quale io subito obbedendo con tutto il cuore, stetti dinanzi a Dio, e rivoltomi ai piedi del mio Salvatore, confidentemente dissi: “Esto mihi in Deum protectorem et in domum refugii ut salvum me facias  … A ogni tentazione, a ogni tribolazione e finalmente a ogni necessità di qualunque ragione, aprimi, Signore, la casa del tuo rifugio; aprimi il seno della tua pietà; si manifestino le viscere della tua misericordia, cosicchè tu mi salvi. Qui non verrà il tentatore; il calunniatore non vi salirà; il pessimo accusatore dei fratelli non vi giungerà. Io vi starò sicuro, e quasi già mi pare essere sicuro. Grazie a te, buon Gesù, che mi mandasti la speranza, la quale mi ha resuscitato dalla polvere e mi ha tolto dallo sterco e mi ha posto dinanzi a te, perché tu mi sia come Dio protettore e come casa di rifugio e mi salvi. L’anima mia di nuovo si turba. Ecco la tristezza viene a noi con la bandiera della Giustizia, e non si ritira dalla sconfitta di ieri, ma con altre armi viene a noi armata, perché stanotte essa mi tolse le armi e ha cinto le mie spade ai suoi soldati. Io, dunque, disarmato ed infermo cosa farò? Ecco, quanto ella grida con audacia! Con grande impeto mi assale. Quanto è ella fiduciosa della vittoria! Ella mi disse: “Dov’è il tuo protettore? Dov’è la casa del rifugio? Dov’è la tua salvezza? Ancora stai tu fermo nella tua vana fiducia? Quelle tue consolazioni procedono dalla tua immaginazione. Tu  fingi che Iddio sia a te propizio e tuo protettore e casa del tuo rifugio, e ti sembra di essere salito sino al cielo. Tu ti lasci ingannare dalla tua fantasia, e da vana speranza sei consolato. Pensi tu di essere stato rapito sino al terzo cielo? Questi sono tutti sogni! Ricordati quanto sia grave peccato l’ingratitudine. Ora non secca questa la fonte della misericordia? Ricordati che il Signore pianse sopra la città di Gerusalemme e le preannunciò i futuri mali dicendo: “E verranno i giorni per te, e i tuoi nemici ti verranno intorno come uno steccato, e ti circonderanno e ti stringeranno e getteranno per terra te e i tuoi figli che sono in te, e non lasceranno in te pietra sopra pietra”… Tu certo, tu, dico, sei questa città ornata da Dio di molti e grandi benefici  e non li hai conosciuti, ma sei stato ingrato. Lui t’ha creato a sua immagine e ti ha generato in mezzo alla Chiesa e non tra gli infedeli; ti ha posto in un florida città; ti ha santificato con l’acqua del battesimo; ti ha nutrito in una casa religiosa, ma tu corresti dietro ai tuoi pensieri, hai camminato nella vanità della tua sensualità e sei giunto nel profondo del peccato. Il Signore ti chiamava e tu non gli rispondevi; spesso ti ammonì e tu disprezzasti il suo consiglio. Quante volte ti ha Lui illuminato! Quante volte ti ha convertito dal cuore! Quante volte t’ha svegliato dal sonno! Lui ti invitava e tu trovavi delle scuse; lui ti attirava e tu gli resistevi. Finalmente la pietà ineffabile e immensa vinse. Tu peccasti ed egli ti visitò; tu cadesti e Lui ti tirò su; tu fosti ignorante e lui ti insegnò ; tu fosti cieco e lui ti illuminò. Ti condusse dallo strepito del mondo, dalla tempesta del mare alla quiete e al porto di religioso. Ti diede l’abito della santa conversazione; volle che tu fossi suo sacerdote; ti condusse agli studi della sua sapienza. Nondimeno, tu fosti sempre ingrato e facesti negligentemente l’opera di Dio, sapendo pure che era scritto: “Maledetto colui che farà l’opera di Dio con negligenza”. Neppure  così la divina pietà ti abbandonò, ma sempre benignamente ti promosse a cose migliori e, quello che è il massimo, ella ti ornò della scienza delle Scritture; ti pose in bocca la parola della predicazione; e, quasi come uno dei grandi, ti pose nel mezzo del popolo. Ma  tu insegnasti agli altri e non tenesti in considerazione te stesso, curasti gli altri e non salvasti te stesso. Tu alzasti in alto il tuo cuore nella tua bellezza, e per questo tu hai perso nella tua bellezza la tua sapienza. Tu sei fatto dal nulla, e nulla sari in eterno. Ora non sai tu che il servo, sapendo la volontà del Signore e non facendola sarà molto castigato? Ora non sai tu che Dio fa resistenza ai superbi? Come sei tu caduto, o Lucifero, che nascevi al mattino, che colpivi le genti con lo splendore, che dicevi nel tuo cuore: io salirò in cielo? Nondimeno tu sei gettato nell’inferno, nel profondo del lago. La tignola sotto te sarà il tuo letto; la tua coperta saranno i vermi. Credi ora di trovare misericordia tu che hai scandalizzato molti , che tante volte chiamato e ammonito da Dio non hai voluto rispondere? Dove sarebbe la giustizia di Dio? Dove sarebbe l’equità del giudizio? La misericordia non sempre favorisce il peccatore. Ella ha posto a se stessa dei limiti. Non è scritto: “Io vi chiamai e voi avete rifiutato; io aprii le mie mani e non ci fu chi si degnasse di uno sguardo; voi avete disprezzato tutto quanto il mio consiglio e non avete fatto  stima dei miei rimproveri; e io anche nel vostro profondo riderò e vi schernirò con risa quando vi accadrà quello che voi temevate”. Ecco che non sempre la misericordia perdona al peccatore. Ora non consideri tu che i gradini della misericordia abbiano fine in te, che, essendo onorato da Dio di tanti benefici, sei cascato nel profondo del mare; che, ornato di tante grazie, per la tua superbia e vanagloria sei stato scandalo di tutto il mondo? Non ti inganni, dunque, la vana speranza alla quale vai dietro. Vivi ormai come ti piace, non volere in questa e nell’altra vita essere tormentato dalle pene dell’inferno. Scegli di abitare con quelli che passano i loro giorni nei beni e si danno buon tempo e nel punto della morte vanno all’inferno. Né ti trattenga la vergogna: fa’ la faccia della meretrice. Mangiamo e beviamo, perché domani moriremo. La tua piaga è disperata:  si è fatta insanabile. Dopo che ella ebbe dette queste parole, tutto il suo esercito con voci tremende urlava e ripeteva le medesime parole dicendo: “ la tua piaga è senza speranza: è diventata insanabile!”. Ma io, ricordando l’ammonizione di mia madre, benché alquanto avvilito d’animo, per quanto potei, mi levai su e stetti in piedi, alzando gli occhi al cielo da cui aspettavo aiuto.  Ed ecco la speranza con volto allegro, ornata di divini splendori, discendendo dall’alto disse: “ chi è costei la quale esprime i suoi concetti con insensato linguaggio? La quale ha posto dei confini alla misericordia? La quale vuol fare finito quello che è infinito ? Che crede di portare con le sue mani l’acqua del mare? Ora non hai tu udito il Signore che dice: “In qualunque giorno il peccatore si pentirà, in se stesso piangendo, io non mi ricorderò di tutte le sue iniquità”. Qual è l’uomo che non pecca? Chi può dire: il mio cuore è puro? La preghiera del Signore appartiene a tutti; in lei tutti siamo costretti a dire: Et dimitte nobis debita nostra…, e perdona a noi i debiti, cioè i nostri peccati. Il Signore insegnò agli apostoli  a pregare in questo modo. Dunque, questa preghiera non apparterrà  agli altri uomini? Ora non ricevettero gli apostoli le primizie dello Spirito? Per quale ragione, dunque, insegnò loro il Signore a pregare così se essi non avevano peccato? E se avevano peccato loro, chi si potrà gloriare di non essere peccatore? Ascolta quello che dice il discepolo diletto del Signore: “Se noi diciamo che non abbiamo peccato, noi inganniamo noi stessi e la verità non è in noi”. E l’apostolo Giacomo dice: “Noi abbiamo tutti percosso ed offeso in molte cose”. Dunque, tutti peccarono e continuamente gli uomini santi di Dio hanno tutti bisogno della misericordia di Dio, perché è scritto: “Il giusto cadrà sette volte al giorno e si alzerà di nuovo”. Dunque la misericordia non ha confini; ma ogni volta che il peccatore si pentirà nel suo cuore, la misericordia sarà pronta a soccorrerlo. E non importa se si parla dei grandi o dei piccoli peccati. Tu sei caduto, alzati su e la misericordia ti accoglierà. Tu sei caduto in rovina, chiama e la misericordia verrà a te. Tu sei caduto un’altra volta e di nuovo sei in rovina, convertiti al Signore, e le viscere della sua misericordia si apriranno a te. Tu sei caduto e precipitato la terza e la quarta volta, piangi e la misericordia non ti abbandonerà. Quante volte tu pecchi, altrettante volte alzati  e la misericordia non avrà fine. O tristezza, la peggiore delle donne, perché rinfacci tu i benefici ricevuti? Ora non ricevette Davide, profeta massimo, molti e grandi benefici; del quale disse il Signore: “Io ho trovato un uomo secondo il mio cuore”, e nondimeno lui peccò e certo gravemente così nell’adulterio come nell’omicidio dell’uomo giusto e innocente? E certamente Dio non pose termine in lui alla sua misericordia. Perché aggiungi tu  il peccato della superbia? Ora non alzò Davide il suo cuore in superbia e fece contare il popolo d’Israele e si gloriava come re grande e potente nella sua virtù, né però per questo fu riprovato? E perché? Perché lui non nascose il suo peccato e non lo esaltò come  Sodoma, ma disse: “Io confesserò contro di me la mia ingiustizia al Signore”. La misericordia , dunque, non ha posto termini, ma i cattivi gli hanno posto i confini perché essa non arrivi a loro; perché essa va fino ai loro termini, ma loro la scacciano… Ascolta il Signore Gesù che dice: “La mia volontà è fare la volontà di colui che mi ha mandato perché io conduca a perfezione l’opera sua”. Colui , dunque, il quale ha cominciato ad amarti e ad attirarti con i suoi benefici e con le sue grazie  e a purificarti dai peccati, certo condurrà a perfezione l’opera sua, perché queste sono tutte preparazioni a vita eterna. Perché, dunque, essendo tu ora caduto non hai sbattuto? Ora non è stato perché il Signore pose sotto la sua mano? E perché egli ha posto sotto la sua mano? Perché ha Egli convertito il tuo cuore a sé? Perché ti ha provocato a penitenza? Perché ti ha consolato? Non ad altro fine se non per purificarti e farti degno sua grazia e condurti a vita eterna. Queste non sono illusioni o tue immaginazioni, ma divine ispirazioni. Ma diciamo che esse sono immaginazioni: ora non sono buone? Non vengono dalla virtù della fede? Essendo, dunque, ogni bene da Dio, certo queste immaginazioni sono illuminazioni divine. Adunque, esulta e sta’ allegro in queste parole”. A queste tali parole il mio cuore si confortò in modo che per la gioia io cominciai a salmeggiare e a dire: Dominus illuminatio mea, Signore tu sei la mia illuminazione e mia salvezza! Chi temerò io? Signore, protettore della mia vita, di chi avrò io paura? E, gettatomi ai piedi del Signore, dissi con lacrime: “Signore, se contro a meno stessero gli accampamenti di gente d’ arme, il mio cuore non temerà, quoniam fortitudo mea et refugium meum es tu, et propter nomen tuum deduces me et nutries me”.

 

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