Salmo 14

                              Salmo 14
1 Signore, chi sarà ospite nel tuo tabernacolo
E chi dimorerà sul tuo monte santo?
2 Chi cammina senza macchia e opera la giustizia,
chi dice la verità nel suo cuore,
3 colui che non ha ingannato con la sua lingua,
non ha fatto del male al suo prossimo
e non ha accolto insulti
contro i suoi congiunti.
4 E’ un nulla davanti a lui il malvagio,
ma glorifica quelli che temono il Signore.
5 Chi giura al suo prossimo e non smentisce,
non ha  dato il suo danaro a usura
e non ha accolto doni contro gli innocenti.
Chi fa questo,
non sarà scosso in eterno.


1 Signore, chi sarà ospite nel tuo tabernacolo
e chi dimorerà sul tuo monte santo?
Nessun giusto è trovato fra gli uomini
se non il Figlio di Dio che si è fatto carne.
Lui solo abiterà nel tabernacolo di Dio
e dimorerà sul monte santo del Signore ora e per sempre.
E’ la risposta al salmo precedente che accomuna tutti gli uomini in un unico peccato. Per un rapporto diverso con Dio, ci vuole un uomo diverso. Nessuna diversità è trovata fra i figli degli uomini, se non nel Cristo.“
La santa montagna è la conoscenza del Cristo; salire la santa montagna equivale a incorporarci al Cristo” ( Origene )
“Il monte santo è la Gerusalemme celeste” ( Eusebio )
“Sebbene talvolta si dica tabernacolo per significare la dimora eterna, tuttavia, se intendiamo la parola nel suo senso proprio, la tenda è una dimora di guerra. Infatti sono detti compagni di tenda i soldati, in quanto hanno in comune la tenda. Questa interpretazione è rafforzata dalle parole: chi sarà ospitato. Poiché in questa vita temporale combattiamo con il diavolo, c'è bisogno allora della tenda, nella quale riposarci. Tale tenda significa soprattutto la fede nella temporale economia di salvezza, che si è compiuta per noi nel tempo attraverso l'incarnazione del Signore. E chi riposerà nel tuo santo monte? Qui si tratta già forse della stessa eterna dimora, in modo che per monte intendiamo la superiore eccellenza dell'amore di Cristo nella vita eterna”. ( Agostino )
“Poiché si chiamano monti le parti più elevate del terreno, occorre pensare che con il nome di monte sono indicate le realtà celesti come le più importanti e sublimi. E che cosa è più sublime di Cristo? Cosa più eccelso del nostro Dio? Il monte del Signore è quel corpo che egli ha preso dall’umanità, nel quale ora abita eccelso e sublime, al di sopra di ogni principato e potestà e ogni altro nome. Sopra tale nome è costruita quella città che non potrà rimanere nascosta, perché – come dice l’Apostolo – non c’è altro fondamento che Cristo”. ( Ilario )
2 Chi cammina senza macchia e opera la giustizia,
chi dice la verità nel suo cuore,
E’ il Cristo colui che cammina senza macchia e opera la giustizia, che dice la verità nel suo cuore.
Non c’è innocenza se non nell’unico uomo, non è trovata la giustizia se non in Lui e per Lui, non c’è verità se non quella che esce dal profondo del Suo cuore in virtù dello Spirito Santo.
“Uno solo tra i figli degli uomini è entrato in questa vita senza peccato originale: l’Emmanuele. E per noi si è fatto maledizione “ ( Bernardo )
3 colui che non ha ingannato con la sua lingua,
non ha fatto del male al suo prossimo
e non ha accolto insulti
contro i suoi congiunti.
La  parola del Cristo non ha ingannato, non ha fatto del male al suo prossimo. Il Figlio di Dio ha parlato, non per ingannare, ma per portare la luce, ha fatto opere potenti, ma solo per salvare.
Non ha accolto gli insulti degli uomini contro quelli che si sono fatti suoi discepoli. Se il mondo li accusa, lui li difende.
4 E’ un nulla davanti a lui il malvagio,
ma glorifica quelli che temono il Signore.
Il Maligno davanti a lui è un nulla, ma colma di gloria quelli che temono il Signore.
E’ distrutta ogni potenza del Satana. Sono esaltati gli uomini che hanno il timore di Dio. E tutto questo è opera del Cristo.“
“Il diavolo non conta nulla, perché è un transfuga”. ( Girolamo )
“Questa è la perfezione, che il maligno non abbia alcun potere contro l'uomo, e che ciò avvenga al suo cospetto: nel sapere cioè con assoluta certezza che il maligno non è nulla, se non quando l'anima si allontana dalla immagine eterna e immutabile del suo Creatore per volgersi all'immagine della creatura, che è stata fatta dal nulla”. ( Agostino )
“Chi onora Dio deve essere onorato da noi. Dobbiamo avere molta umiltà quando onoriamo coloro che temono Dio e altrettanta libertà nel considerare un nulla i malvagi”. ( Ilario )
5 Chi giura al suo prossimo e non smentisce,
non ha  dato il suo danaro a usura
e non ha accolto doni contro gli innocenti.
Chi fa questo,
non sarà scosso in eterno.
Esaltazione ultima e definitiva del Figlio di Dio e di tutti coloro che sono fatti come Lui. È Lui che ha adempiuto l’antica promessa, che tutto ha dato senza nulla pretendere per sé, che non è sceso a patti col diavolo, ma ha protetto i suoi santi dalla seduzione del Maligno.
Lui solo è degno di sedere in eterno nella gloria del Padre e vicino a Lui tutti coloro che hanno accolto la sua salvezza.
Il salmista mostra chiaramente a quale discendenza di Giacobbe e a quale porzione d’Israele il salmo precedente promette la gioia eterna.
 “Con questi comportamenti dunque si dimora nella tenda, si riposa sul monte. Resta quindi da custodire i precetti e mettere in pratica i comandamenti. Dobbiamo deporre il salmo nelle viscere, scriverlo nel cuore, annotarlo nella memoria, confrontarci notte e giorno con il tesoro di questa ampia sintesi. Così, una volta acquisita tale ricchezza come viatico per l’eternità e dimorando nella Chiesa, potremo alla fine riposare nella gloria del corpo di Cristo”. ( Ilario )
 
Da Ilario di Poitiers
Il salmo che è stato letto si intitola salmo di Davide, in quanto per mezzo di lui lo Spirito Santo ha espresso queste parole. E giustamente ciò si accorda con il salmo. Nulla infatti vi è rimandato a epoca diversa, nulla è detto intorno a cose nascoste, ma ogni contenuto si riferisce al presente. Così come comincia: Signore, chi abiterà nella tua tenda, o chi riposerà sul tuo santo monte? È la preghiera semplice di uno che si rivolge al Signore e desidera e desidera conoscere da lui quali debbano essere i costumi, quale l’inclinazione, quale la volontà di chi è destinato a dimorare con Dio e a riposare nelle sublimità delle sue regioni celesti.
Non è infatti proprio di un animo abietto o di mediocre impegno essere unito a Dio, meritare di condividerne la stessa dimora. Perciò, subito si risponde alle domande poste, perché se è arduo e difficile ottenere simili risposte, si faccia attenzione in quali modo bisogna giungervi. Risponde infatti a quanto è stato chiesto: Colui che cammina senza macchia e opera la giustizia, e ciò che segue nel salmo. Con tali precetti è formato, con tali ammonimenti è istruito colui che cammina verso Dio, che ascende verso le sue sublimità, che riposa nelle sue dimore eterne. Ogni precetto è raccolto in sintesi, perché sia imparato a memoria, rimanga nella mente, sia inculcato, custodito, eseguito in casa e fuori casa, in pubblico e in privato, di giorno e di notte. Questa sintesi ricca e profonda è ricavata da tutti i precetti e i decreti del Nuovo e dell’Antico Testamento, in modo quanto mai adatti ai bambini, alle donne, agli uomini, agli anziani. E perché la ricchezza di tale compendio possa essere maggiormente raccomandata, diremo nel seguito quale significato misterioso sia contenuto nelle singole parole. Qui non c’è profezia, non oscurità, non un modello.
È invece la voce di uno che interroga, la bontà di uno che risponde, la conferma di uno che ascolta. Ma bisogna fare attenzione al significato dei termini. Infatti ha distinto così: l’abitazione è nella tenda, il riposo è sul monte. Viene prima l’abitare nella tenda, quindi il riposare sul monte. Per far comprendere la differenza tra dimora e riposo, occorre spiegare le proprietà specifiche della tenda e del monte.
Le tende, che – come leggiamo – sono esistite nel passato, erano leggere, caduche, intessute di fronde in modo provvisorio, disseccate; come quelle che talora siamo soliti costruire per ripararci dal caldo, e alla cui ombra possiamo sottrarci al calore del sole e della canicola. Tende di tal genere furono fatte da Mosè per il popolo. Ma esse si seccarono e si disfecero. Erano costruite infatti per servire da immagine e modello. Così Dio dice a Mosè: “Guarda ed esegui ogni cosa secondo il modello che ti ho mostrato sul monte”. Anche Davide, quando desiderò innalzare un tempio, lo chiamò tenda, secondo quanto dice: “Non darò sonno ai miei occhi, finché non troverò una sede per il Signore, una tenda per il Dio di Giacobbe”. Ma anche la tenda di Mosè e la tenda di Salomone andarono in rovina. In seguito gli apostoli fondarono moltissime tende in tutte le parti del mondo, ovunque si potesse arrivare, anzi disposero numerose dimore per il Signore, perfino nelle isole dell’oceano. Del loro splendore dà testimonianza lo Spirito Santo:”Quanto sono amabili le tue dimore, Dio degli eserciti! L’anima mia brama e viene meno per gli atri del Signore”. Il profeta non desidera una sola tenda – sia essa quella fatta di fronde da Mosè, o quella sognata da Davide, oppure quella abbellita da Salomone con tutte le competenze umane -, ma molte e innumerevoli. Benché la Chiesa sia unica in tutto il mondo, ogni città tuttavia ha la propria chiesa; una sola è in tutte; pur essendo tante, una sola sussiste in esse. Il primo e il più importante gradino, per chi ascende alle realtà celesti, è di abitare in questa tenda, e qui trasco9rrere tutta la durata della vita rimanendovi giorno e notte, lontano dalle preoccupazioni di quaggiù e dalle faccende di questo mo9ndo, come facevano molti santi che non si separavano mai dalla tenda. Così è scritto di Giosuè: “E il giovane Giosuè non usciva mai dalla tenda”; anche la profetessa Anna “non si allontanava dal tempio, servendo giorno e notte con digiuni e preghiere”. In seguito ci sarà il riposo sul monte del Signore, ma è partendo di qui che si cammina verso di esso, e nessun sentiero vi conduce se non passando per tale dimora…”.

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