Cap. 14

Cap. 14
Dai Settanta
E avvenne, nel regno di Amarphal, re di Sennaar, che Arioch, re di Ellasar, Chodollogomor, re di Elam, e Barsa, re di Gomorra, e Sennaar, re di Adama e Sumobor, re di Seboim e re di Balak ( questa è Segor). 3 Tutti questi, accordatisi, convennero nella valle salata (cioè il mare del sale).4 Per dodici anni erano stati schiavi di Chodollogomor, nel tredicesimo anno si ribellarono. 5 Nel quattordicesimo anno giunse Chodollogomor e i re che erano con lui e fecero a pezzi i giganti di Astaroth Karnain e nazioni forti insieme a loro e gli Ommei della città di Save 6 e i Chorrei delle montagne di Seir, fino al terebinto di Pharan, che è nel deserto. 7 E tornati indietro giunsero alla fonte del giudizio (cioè Kades) e fecero a pezzi tutti i principi di Amalek e gli amorrei che dimoravano in Asasanthamar. 8 E uscì il re di Sodoma e il re di Gomorra e il re di Adama e il re di Seboim e il re di Balak (cioè Segor) e si schierarono contro di loro in guerra nella valle salata, 9 contro Chodollogomor, re di Elam, e Thargal, re di nazioni, e Amarphal, re di Sennaar, e Arioch, re di Ellasar, i quattro re contro i cinque. 10 Ora, la valle salata: pozzi, pozzi di bitume; fuggì allora il re di Sodoma e il re di Gomorra e caddero là, mentre quelli lasciati andare, verso la regione montana fuggirono. 11 E presero tutta la cavalleria di Sodoma e Gomorra e tutte le loro provviste e se ne andarono. 12 Presero anche Lot, figlio del fratello di Abramo, e il suo seguito e se ne andarono: era infatti abitante di Sodoma. 13 Sopraggiunto poi uno degli scampati, informò Abramo l’emigrante: questi dimorava presso il querceto di Mambre, l’amorreo, fratello di Eschol e fratello di Aunan, che erano alleati giurati di Abramo. 14 Avendo dunque Abramo udito che era stato fatto prigioniero Lot, figlio di suo fratello, contò i suoi servi nati in casa, trecentodiciotto e li inseguì da dietro fino a Dan. 15 E piombò su di loro di notte, lui e i suoi servi, e li colpirono e li inseguirono fino a Choba, che è a sinistra di Damasco. 16 E fece tornare tutta la cavalleria di Sodoma e Lot, figlio di suo fratello fece tornare, e i suoi beni e le donne e il popolo. 17 E uscì il re di Sodoma incontro a lui, dopo che egli fu tornato dalla strage di Chodollogomor e dei re che erano con lui, nella vallata di Save (cioè la pianura dei re). 18 e Melchisedek, re di Salem, presentò pani e vino: era infatti sacerdote dal Dio altissimo. 19 E benedisse Abramo e disse: “Benedetto Abramo dal Dio altissimo che ha creato il cielo e la terra, 20 e Benedetto il Dio altissimo che ha consegnato i tuoi nemici sotto le mani a te”. E gli diede la decima di tutto. 21 Disse poi il re di Sodoma ad Abramo: “Dammi gli uomini; la cavalleria, invece, prendila per te”. 22 E disse Abramo al re di Sodoma: “Stenderò La mia mano al Dio altissimo, che ha creato il cielo e la terra: 23 Dalla cordicella fino alla stringa di un calzare non prenderò da tutte le tue cose, perché tu non dica: “Io ho arricchito Abramo”; 24 tranne quello che hanno mangiato i giovani e la parte degli uomini che sono venuti con me, Eschol, Aunan, Mambre: questi se ne prenderanno una parte”.

Vulgata
Factum est autem in illo tempore ut Amrafel rex Sennaar et Arioch rex Ponti et Chodorlahomor rex Aelamitarum et Thadal rex gentium
2 inirent bellum contra Bara regem Sodomorum et contra Bersa regem Gomorrae et contra Sennaab regem Adamae et conta Semeber regem Seboim contraque regem Balae ipsa est Segor
3 omnes hii convenerunt in vallem Silvestrem quae nunc est mare Salis
4 duodecim enim annis servierant Chodorlahomor et tertiodecimo anno recesserunt ab eo
5 igitur anno quartodecimo venit Chodorlahomor et reges qui erant cum eo percusseruntque Rafaim in Astarothcarnaim et Zuzim cum eis et Emim in Savecariathaim
6 et Chorreos in montibus Seir usque ad campestria Pharan quae est in solitudine
7 reversique sunt et venerunt ad fontem Mesfat ipsa est Cades et percusserunt omnem regionem Amalechitarum et Amorreum qui abitabat in Asasonthamar
8 et egressi sun rex Sodomorum et rex Gomorrae rexque Adamae et rex Seboim necnon et rex Balae quae est Segor et direxerunt contra eos aciem in valle Silvestri
9 scilicet adversum Chodorlahomor regem Aelamitarum et Thadal regem gentium et Amrafel regem Sennaar et Arioch regem Ponti quattuor reges adversus quinque
10 vallis autem Silvestris habebat puteos multos bituminis itaque rex Sodomorum et Gomorrae terga verterunt cecideruntque ibi et qui remanserant fugerunt ad montem
11 tulerunt autem omnem substantiam Sodomorum et Gomorrae et universa quae ad cibum pertinent et abierunt
12 necnon et Loth et substantiam eius filiium fratris Abram qui habitabat in Sodomis
13 et ecce unus qui evaserat nuntiavit Abram Hebraeo qui habitabat in convalle Mambre Amorrei fratris Eschol et fratris Aner hii enim pepigerant foedus cum Abram
14 quod cum audisset Abram captum videlicet Loth fratrem suum  numeravit expeditos vernaculos suos trecentos decem et octo et persecutus est eos nocte usque Dan
15 et divisis sociis inruit super eos nocte percussitque eos et persecutus est usque Hoba quae est ad al levam Damasci
16 reduxitque omnem substantiam et Loth fratrem suum cum substantia illius mulieres quoque et populum
17 egressus est autem rex Sodomorum in occursum eius postquam reversus est a caede Chodorlahomor et regum qui cum eo erant in valle Save quae est vallis Regis
18 at vero Melchisedek rex Salem proferens panem et vinum erat enim sacerdos Dei altissimi
19 benedixit ei et ait benedictus Abram Deo excelso qui creavit caelum et terram
20 et bernedictus Deus ecelsus quo protegente hostes in manibus tuis sunt et dedit ei decimas ex omnibus
21 dixit autem rex Sodomorum ad Abram da mihi animas cetera tolle tibi
22 Qui respondit ei levo manum meam ad Dominum Deum excelsum possessorem caeli et terrae
23 quod a filo subteminis usque ad corrigiam caligae non accipiam ex omnibus quae tua sunt ne dicas ego ditavi Abram
24 exceptis his quae comederunt iuvenes et partibus virorum qui venerunt mecum Aner Eschol et Mambre isti accipient partes suas.

Traduzione dalla Vulgata
E avvenne in quel tempo che Amraphel re di Sennaar e Arioch re, di Ponto e Chodorlaomor re degli Elamiti e Thadal re delle genti, 2 mossero guerra a Bara re dei Sodomiti e contro Bersa re di Gomorra e contro Sennaab re di Adama e contro Semeber re di Seboim e contro il re di Bala, la quale è Segor. 3 Tutti questi si radunarono nella valle dei Boschi che ora è un mare di sale. 4 Perché per dodici anni erano stati schiavi di Chodorlahomor e il tredicesimo anno si ribellarono a lui.
5 Pertanto il quattordicesimo anno venne Chodorlahomor e i re che stavano con lui: percossero i Raphaim in Astaroth Carnaim e con essi gli Zuzimi e gli Omim in Save Cariathaim,
6 ei Chorrei sui monti di Seir fino alle campagne di Pharan, che è nel deserto. 
7 E tornarono indietro e vennero alla fonte di Misphat, che è lo stesso che Cades e percossero tutta la regione degli Amaleciti e degli Amorrei che abitavano in Asasontharmar.
8 E uscirono il re di Sodoma e il re di Gomorra e il re di Adama e il re di Seboim e il re di Bala, che è Segor e diressero la schiera contro loro nella valle dei Boschi.
9 Vale a dire contro Chodorlahomor re degli Elamiti e Thadal re delle genti e Amraphel re di Sennaar e Arioch re di Ponto: quattro re contro cinque.
10 Ma la valle dei Boschi aveva molti pozzi di bitume. Pertanto il re di Sodoma e  il re di Gomorra voltarono le spalle, qui caddero, e quelli che erano rimasti fuggirono al monte.
11 Ma presero tutta la sostanza di Sodoma e di Gomorra e tutti i viveri e se ne andarono.
12 E presero con tutto quello che aveva anche Lot figlio del fratello di Abramo che  abitava in Sodoma.
13 Ed ecco uno solo che era scampato annunciò ad Abramo l’ebreo che abitava nella valle di Mambre l’Amorreo, fratello di Escol e fratello di Aner; questi infatti avevano fatto un patto con Abramo.
14 Avendo udito questo Abramo, cioè che Lot fratello suo era stato catturato, contò fra i suoi servi valenti trecentodiciotto e inseguì fino a Dan.
15 E, divisi gli alleati, piombò sopra di loro la notte: e li percosse e li inseguì fino ad Hoba che è alla sinistra di Damasco.
16 Ricuperò tutta la sostanza, e Lot fratello suo con la sua sostanza, anche le donne e il popolo.
17 Ed uscì il re di Sodoma incontro a lui, dopo che tornò dalla strage di Chodorlahomor e dei re, che erano con lui nella valle di Save, che è la valle del re. 
18 Ma invero Melchisedech re di Salem offrendo pane e vino, era infatti sacerdote di Dio Altissimo,
19 lo benedisse e disse: Benedetto Abramo da Dio l’Altissimo, che creò il cielo e la terra.
20 E benedetto Dio l’Altissimo per la cui protezione i nemici sono nelle tue mani. E diede a lui le decime di tutte le cose.   
21 E disse il re di Sodoma ad Abramo: “Dammi gli uomini: le altre cose prendile per te”.
22 Questi rispose a lui: “Alzo la mia mano al Signore Dio altissimo, padrone del cielo e della terra che da un filo di tessuto fino ad  una correggia di calzare non prenderò da tutte le cose che sono tue, perché tu non dica: Io ho arricchito Abramo,
23 fatta eccezione per quelle cose che mangiarono i giovani e le parti degli uomini che vennero con me, Aner, Ascol, e Mambre: questi prenderanno le loro parti”.


“E avvenne in quel tempo che Amraphel re di Sennaar e Arioch re, di Ponto e Chodorlaomor re degli Elamiti e Thadal re delle genti, 2 mossero guerra a Bara re dei Sodomiti e contro Bersa re di Gomorra e contro Sennaab re di Adama e contro Semeber re di Seboim e contro il re di Bala, la quale è Segor.”
Dopo una storia che non fa rumore, nota sola a Dio e per Lui solo importante,  Abramo si trova, come abitante di questa mondo, coinvolto in una storia che fa molto più rumore e che vede un gran movimento di uomini e di mezzi.
E questa volta l’iniziativa è tutta e solo dell’uomo e non certo di chi appare piccolo, ma dei re e dei principi che sono a capo dei popoli. E non si può certo pensare a tanto tumultuare di genti per i beni del cielo, ma tutto si fa e tutto si osa soltanto per i beni di questo mondo.
In ogni cosa però è fatta salva una parvenza di giustizia, per cui si è pronti a dare la propria vita e a togliere quella degli altri.
Nessun uomo dirà mai che fa guerra al proprio simile per la  propria malvagità: il malvagio è sempre l’altro che si vuole annientare. E chi si muove per primo ha ragioni da vendere.
Bisogna fermare anzitempo qualsiasi movimento di protesta che metta in discussione una supremazia già imposta ed affermata. C’è un equilibrio di forze nel mondo che si deve salvare, non importa se c’è chi ha di più e chi di meno, se l’uno arricchisce e l’altro impoverisce.

“3 Tutti questi si radunarono nella valle dei Boschi che ora è un mare di sale. 4 Perché per dodici anni erano stati schiavi di Chodorlahomor e il tredicesimo anno si ribellarono a lui”.

Si muovono i primi ma si muovono anche gli altri dalla parte opposta e non senza motivate ragioni. Da dodici anni si sentono schiavi di Chodorlahomor e hanno deciso di spezzare i legami di ogni sottomissione. Che ci possa essere una soluzione pacifica non è neppure da prendere in considerazione. Le ragioni della guerra sono sempre più forti di quelle della pace e della concordia.

“5 Pertanto il quattordicesimo anno venne Chodorlahomor e i re che stavano con lui: percossero i Raphaim in Astaroth Carnaim e con essi gli Zuzimi e gli Omim in Save Cariathaim, 6 ei Chorrei sui monti di Seir fino alle campagne di Pharan, che è nel deserto”. 
Chi si ribella al vecchio padrone non può certo pensare che questo stia a guardare; al più presto metterà in campo tutte le sue forze e il peso delle proprie alleanze politiche.La repressione degli insorti è violenta e repentina e nessuno vuol risparmiare ma arriva fin dove può arrivare, fino ai monti e al deserto. E non paga di ciò fa marcia indietro per far pulizia di quelli che sono rimasti.

7 “E tornarono indietro e vennero alla fonte di Misphat, che è lo stesso che Cades e percossero tutta la regione degli Amaleciti e degli Amorrei che abitavano in Asasontharmar”.8 E uscirono il re di Sodoma e il re di Gomorra e il re di Adama e il re di Seboim e il re di Bala, che è Segor e diressero la schiera contro loro nella valle dei Boschi.9 Vale a dire contro Chodorlahomor re degli Elamiti e Thadal re delle genti e Amraphel re di Sennaar e Arioch re di Ponto: quattro re contro cinque”.
I ribelli che si tenevano in luoghi fortificati e sicuri sono costretti ad uscire in campo aperto ed ad accettare lo scontro frontale e decisivo, in un luogo all’apparenza a loro favorevole. Fra gli alberi, se le cose si mettono male, si può anche fuggire e nascondersi con successo. Ma i calcoli sono stati fatti male, perchè in mezzo agli alberi è trovata un’insidia naturale data dai pozzi di bitume.

“10 Ma la valle dei Boschi aveva molti pozzi di bitume. Pertanto il re di Sodoma e  il re di Gomorra voltarono le spalle, qui caddero, e quelli che erano rimasti fuggirono al monte”.

Lo scontro ha esito disastroso per gli insorti e gli stessi re di Sodoma e di Gomorra datisi alla fuga periscono nel bitume: i superstiti scappano verso i monti.

“11 Ma presero tutta la sostanza di Sodoma e di Gomorra e tutti i viveri e se ne andarono”.

Se qualcuno riesce a salvare la pelle, nessun bene degli insorti può essere salvato. I vincitori si portano via da Sodoma e da Gomorra tutto ciò che ha valore e ritornano al loro paese.

“12 E presero anche con tutto quello che aveva Lot figlio del fratello di Abramo che  abitava in Sodoma”.


La guerra sarebbe certamente finita nel migliore dei modi per i vincitori, se non avessero fatto un grave errore: quello di mettere in un solo mucchio anche una persona coinvolta in un discorso di salvezza eterna.
“13 Ed ecco uno solo che era scampato annunciò ad Abramo l’Ebreo che abitava nella valle di Mambre l’Amorreo, fratello di Escol e fratello di Aner; questi infatti avevano fatto un patto con Abramo”.

Benchè siano pochi gli scampati, ne basta uno solo perché il Signore faccia arrivare ad Abramo la notizia della cattura di Lot, suo fratello.

“14 Avendo udito questo Abramo, cioè che Lot fratello suo una stato catturato, contò fra i suoi servi valenti trecentodiciotto e inseguì fino a Dan”.

Non sembra che Abramo sia molto interessato alle vicende di una guerra: preferisce starne fuori e vivere in pace in mezzo ad amici. Ma quando gli arriva notizia che è stato fatto prigioniero Lot non ha dubbi ed esitazioni. Deve fare tutto il possibile e mettere a repentaglio la sua stessa vita per salvarlo. Che il fratello si sia allontanato dal primitivo cammino ed abbia fatto una scelta diversa, nulla importa. Per Abramo non c’è prossimo più prossimo e immediatamente mette in moto le sue forze. Non tutte, ma soltanto quelle più valide ed efficienti. Il numero non ha importanza : dice soltanto quanti sono i servi abili alla battaglia. L’inseguimento ha subito inizio e non si aspettano neanche le forze alleate. In certi frangenti di guerra, la rapidità di reazione e di intervento sono molto più efficaci del numero.

“15 E divisi gli alleati piombò sopra di loro la notte: e li percosse e li inseguì fino ad Hoba che è alla sinistra di Damasco”.

Quando i vincitori si sono già riuniti nei gruppi di appartenenza e dormono tranquilli nelle loro patrie tende, ecco la rovina come grandine dal cielo. Di notte, nelle tenebre della loro vita, sono percossi ed inseguiti dalla mano del Signore.
“16 Ricuperò tutta la sostanza, e Lot fratello suo con la sua sostanza, anche le donne e il popolo”.

Liberazione di Lot dalla mano dei nemici e ricupero di tutti i suoi beni terreni: salvezza anche per tutti coloro che erano stati presi con lui. Vittoria  completa di Abramo ad esaltazione dell’uomo e del suo valore. Così tutti la pensano non esclusi i potenti e i re di questo mondo.

“17 Ed uscì il re di Sodoma incontro a lui, dopo che tornò dalla strage di Chodorlahomor e dei re, che erano con lui nella valle di Save, che è la valle del re”.

È consuetudine ed atto dovuto il rendimento di grazie da parte dell’uomo che è stato beneficato dall’eroismo altrui. Con questo spirito il re di Sodoma va incontro ad Abramo, per ringraziarlo e per esaltare la sua vittoria sul nemico, nella valle del re.

“18 Ma invero Melchisedech re di Salem offrendo pane e vino, era infatti sacerdote di Dio Altissimo,
19 lo benedisse e disse: Benedetto Abramo da Dio l’Altissimo, che creò il cielo e la terra”.

Se uno solo e il medesimo in tutti è il modo di pensare dei re di questo mondo, ecco l’eccezione. Anche fra i potenti di questo mondo c’è una diversità donata e voluta dal Signore, che è per noi mistero incomprensibile. C’è chi esce per rendere omaggio all’uomo, c’è chi è già uscito per rendere omaggio a Dio.
Non chiediamoci perché l’uno e non gli altri: la salvezza è nelle mani di Dio e si serve di strumenti a Lui graditi. Non importa comprendere, importa accogliere il segno che è dato per tutti. Anche Melchidesek è un re di questo mondo, ma non ha lo spirito del mondo. È sacerdote come tutti gli altri regnanti, ma è sacerdote dell’unico vero Dio, che è l’Altissimo creatore del cielo e della terra.  Non viene per riprendersi il suo, ma per donare ciò che gli appartiene in proprio, perché nel dono sia raffigurato il nostro rendimento di grazie a Dio da parte della creatura e, ancor prima, l’offerta di se stesso che Dio fa alla medesima nella forma del pane  e del vino.
Così interpreta la Tradizione della Chiesa alla luce di quanto scritto in Ebrei 7. Riportiamo l’intero capitolo senza commento, essendo chiaro il significato.
“Infatti questo, Melkidesech, re di Salem, sacerdote di Dio l’altissimo, essendo venuto incontro ad Abramo che ritornava dalla strage dei re e avendo benedetto lui, al quale Abramo divise la decima di tutto, egli, anzitutto, da una parte è interpretato re di giustizia, inoltre dall’altra parte anche re di Salem, cioè re di pace; 3 senza padre, senza, madre, senza genealogia, né inizio di giorni, né avente fine di vita, reso simile perciò al Figlio di Dio, rimane sacerdote in perpetuo. 4 Guardate ora quanto grande è questi, a cui anche Abramo il patriarca ha dato la decima dalle sue spoglie. 5 E quelli dai figli di Levi che ricevono il sacerdozio hanno come comandamento di ricevere secondo la legge la decima dal popolo, cioè dai loro fratelli, sebbene anche loro siano usciti dai lombi di Abramo; 6 ma colui che non ha genealogia da loro ha ricevuto da Abramo la decima e ha benedetto chi aveva le promesse. 7 Ora è senza alcuna contraddizione che il minore viene benedetto dal maggiore. 8 E qui, certo, uomini mortali ricevono le decime, là invece colui del quale è testimoniato che vive. 9 E, per così dire, in Abramo anche Levi, che riceve le decime, ha versato la decima: 10 infatti era ancora nei lombi del padre quando Melchisedek  venne incontro a questi. 11 Se dunque il compimento fosse avvenuto attraverso il sacerdozio levitico, al popolo infatti sulla base di esso è stata data la legge, quale necessità ancora c’era che secondo l’ordine di Melchisedek sorgesse un altro sacerdote e fosse detto non secondo l’ordine di Aronne? 12 Infatti mutato il sacerdozio, per necessità avviene anche il mutamento della legge. 13 Infatti colui del quale si dicono queste cose, ha fatto parte di un’altra tribù, dalla quale nessuno si è occupato dell’altare; 14 è manifesto infatti che da Giuda è uscito il nostro Signore, per la quale tribù, riguardo a sacerdoti, nulla Mosè disse. 15 E ancora molto più  manifesto è, se secondo la somiglianza di Melchisedek sorge un altro sacerdote, 16 il quale non secondo la legge di un comandamento carnale è diventato sacerdote, ma secondo una potenza di vita indistruttibile. 17 E’ attestato infatti: Tu sei sacerdote per l’eternità secondo l’ordine di Melchisedek. 18 Infatti, certo, avviene l’abrogazione del precedente comandamento a causa della sua debolezza e inutilità. 19 La legge infatti non ha portato a perfezione nulla, ma avviene un’introduzione a una migliore speranza per mezzo della quale ci avviciniamo a Dio. 20 E  quanto ( questo ) avvenne non senza giuramento. Gli uni infatti sono diventati sacerdoti senza giuramento, 21 l’altro con giuramento a motivo di colui che gli: Ha giurato il Signore, e non si pentirà, tu sei sacerdote per l’eternità. 22 Pertanto Gesù è diventato garante anche di una migliore alleanza. 23 E gli uni in molti sono diventati sacerdoti perché la morte impediva loro di rimanere; 24 l’altro invece, perchè rimane in eterno,  ha il sacerdozio perenne. 25  Perciò anche può salvare per sempre coloro che si  avvicinano per mezzo di lui a Dio, sempre vivente per intercedere per loro. 26 Infatti a noi anche occorreva tale sommo sacerdote, santo innocente, senza macchia, separato dai peccatori e diventato più elevato dei cieli, 27 che non ha ogni giorno necessità, come i sommi sacerdoti, di offrire vittime anzitutto per i propri peccati, poi per quelli del popolo: infatti ha fatto questo una volta per tutte, avendo offerto se stesso. 28 La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini aventi debolezza, ma la parola del giuramento, quello  dopo la legge, ha fatto perfetto il Figlio nell’ eternità.”(Ebrei 7, 1-28 )
Il passo della Scrittura a cui si fa riferimento si trova nel salmo 110, 4:
“Il Signore ha giurato e non si pente: “ Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchidesek”.
“21 E disse il re di Sodoma ad Abramo: dammi gli uomini: le altre cose prendile per te:”
Dopo un discorso molto alto che ci ha portato in cielo a Dio, presso l’eterno Figlio suo, sommo sacerdote, che  ha offerto al Padre l’unico sacrificio di salvezza per l’umanità a Lui gradito, ritorniamo terra terra.
Un premio è dovuto all’uomo per ciò che ha fatto per l’altro uomo. Ma quando tutto è dovuto all’intervento di Dio, nulla l’uomo può rivendicare a sé di diritto.
Abramo di tutto ha dato la decima a Melchisedech, che è figura di Cristo sommo sacerdote. Il re di Sodoma vuol dare ogni cosa ad Abramo, come omaggio ad un benefattore. Siamo su due lunghezze d’onde diverse. Abramo guarda alla potenza di Dio, l’altro a quella di un guerriero terreno.

“22 Questi rispose a lui. Alzo la mia mano al Signore Dio altissimo, padrone del cielo e della terra che da un filo di tessuto fino ad  una correggia di calzare non prenderò da tutte le cose che sono tue, perché tu non dica: Io ho arricchito Abramo,”

Abramo nulla vuole per sé dei beni terreni: è sazio di quelli celesti. Non ha posto il suo cuore su nessun bene di questo mondo né grande né piccolo. E come  può chiedere per sé anche il poco chi ha già ricevuto il tutto? Nessun uomo dirà mai che Abramo è stato fatto ricco dall’uomo.
Il distacco dalle ricchezze di questo mondo di chi vive per Dio e tutto si aspetta da Lui deve essere ben chiaro a tutti, non vana millanteria, ma realtà storicamente accertata ed accertabile. Non c’è l’amore di Dio in chi è attaccato ai beni materiali, neppure quando appaiono lecitamente guadagnati.

“23 fatta eccezione per quelle cose che mangiarono i giovani e le parti degli uomini che vennero con me, Aner, Ascol, e Mambre: questi prenderanno le loro parti”.

Chi ha fissi gli occhi su di una giustizia diversa e superiore, nulla può pretendere da chi non è stato illuminato dal cielo. Può rivendicare l’eccezione solo per sé e lasciare agli altri le loro regole, leggi, consuetudini.

Annotazione : San Gerolamo riguardo a Melchisedech.
Nella lettera al sacerdote Evangelo, San Gerolamo fa un esame critico di quanto è stato scritto riguardo a Melchisedech. Secondo alcuni doveva essere una persona appartenente ad una natura divina e non un semplice uomo. Fu lo stesso spirito Santo ad andare incontro ad Abramo sotto figura umana. Origene arriva alla conclusione che era un angelo. Didimo segue il pensiero del maestro. Gerolamo scrive di aver consultato anche Ippolito, Ireneo, Eusebio di Cesarea, Apollinare, Eustazio, il primo vescovo della chiesa di Antiochia. Tutti questi scrittori, magari seguendo argomentazioni e sentieri diversi, sono arrivati ad un'unica conclusione. Dicono che Melchisedech era un uomo di Canaan, re di Gerusalemme, città che dapprima ebbe nome Salem, in un secondo tempo Iebus e infine Gerusalemme. Per loro non era affatto strano che Melchisedech venga nominato come sacerdote dell’Altissimo Iddio, malgrado fosse estraneo alla circoncisione, alle cerimonie legali e alla razza di Aronne, perché, dicono, anche Abele, Enoc e Noè erano stati graditi a Dio e  gli avevano offerto sacrifici. Anche Giobbe è stato lui stesso sia sacrificatore sia sacerdote, tanto che ogni giorno immolava vittime per i suoi figli. E fanno notare che pure Giobbe non apparteneva alla stirpe di Levi ma che era invece discendente di Gesù (nonostante che gli Ebrei sostengano un’altra tesi).
Melchisedech, data la sua origine cananea e non giudaica, ha prefigurato nella sua persona il sacerdozio del figlio di Dio a cui ci riferisce il salmo 109: “Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech”. Le interpretazioni di questo termine “ordine” sono parecchie: solo lui ad esempio è stato sia re che sacerdote, ha esercitato il sacerdozio prima della circoncisione, in modo che non sarebbero stati i Gentili a ricevere il sacerdozio dai Giudei, ma i Giudei dai Gentili. Lui non era stato unto con olio sacerdotale, in base alle leggi stabilite da Mosé, ma con l’olio della gioia e con una fede pura. Non ha immolato vittime di carne e di sangue, come non ha preso in mano le viscere degli animali privi di ragione, ma con l’offerta che ha fatto del pane e del vino, in quel puro e semplice sacrificio, ha inaugurato il sacramento di Cristo. Nella lettera agli Ebrei (che tutti i greci e anche parte dei latini considerano canonica) è stato visto più a fondo come questo Melchisedech (che significa re  giusto ) è stato re di Salem (cioè: re di pace) senza padre, senza madre, in altre parole senza genealogia. Non vuol dire, evidentemente, che non ha avuto né padre né madre, dal momento che anche Cristo secondo le due nature ha avuto padre e madre. Il suo nome non viene menzionato altrove né prima né dopo. Non si fa cenno alcuno a rapporto di parentela e questo ne fa un diverso rispetto ad un qualsiasi altro. Il sacerdozio di Aronne, che è sacerdozio del popolo giudaico, ha avuto un principio e una fine, mentre quello di Melchisedech, cioè quello di Cristo e della Chiesa, è eterno; non ha avuto in altre parole nessun autore.

 

Informazioni aggiuntive